Quasi 21 milioni erano destinati dal bando Isi Inail agli investimenti in materia di sicurezza e aggiornamento tecnologico delle Pmi venete, ma si teme vengano dirottati su Invitalia. Il presidente Manfredi Ravetto: «Le nostre aziende rischiano di ripartire in sicurezza ma di morire per scarsa competitività»
«Le nostre imprese rischiano di ripartire in sicurezza ma di morire per scarsa competitività». Non usa giri di parole il presidente di Confapi Veneto Manfredi Ravetto nella lettera indirizzata al direttore generale dell’Inail Giuseppe Lucibello. «Stiamo assistendo ad una miriade di provvidenze, che il Governo ed altre Istituzioni stanno mettendo a disposizione delle imprese, per facilitare la ripartenza, attraverso l’acquisto di dispositivi anti-Covid19 (Dpi). Ultima quella che ha messo in campo il vostro Istituto, trasferendo fondi ad Invitalia per un avviso specifico che lunedì 11 maggio ha preso il via», si legge nel testo, che poi snocciola l’elenco delle iniziative previste da Governo ed enti bilaterali per far fronte alle spese sostenute.
Il rischio oggi, evidenzia Confapi, è che i fondi inizialmente destinati al Bando Isi (per il Veneto si tratta nel complesso di 20.994.401 euro, divisi fra cinque assi di finanziamento), vengano ulteriormente dirottati sui bandi Invitalia per sostenere l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e, pertanto, privilegiando spesa corrente agli investimenti delle pmi. Si tratta di risorse preziose per le imprese del territorio, basti dire che ogni anno sono più di 20 mila gli utenti che partecipano al click day per accedervi.
«Pur comprendendo e condividendo l’intento dell’iniziativa, auspichiamo che vengano preservate le ulteriori residue risorse disponibili. Inail ha sempre dimostrato di comprendere e sostenere la necessità di sostegno delle pmi negli investimenti mirati all’innovazione tecnologica. Con ulteriori decurtazioni di risorse o, peggio, con il loro azzeramento rischiano di ripartire in sicurezza, ma poi di morire per mancanza di competitività», sottolinea il presidente Ravetto. Un appello, quello lanciato, con cui si ribadisce quanto già evidenziato nei confronti della Regione Veneto riguardo ai fondi FSE e FESR «perché la riprogrammazione prevista, pur motivata, non deve finire col togliere fiato alle nostre aziende, già in crisi».
Nella foto il presidente Manfredi Ravetto