Quella sugli appalti pubblici è una delle normative più soggette a modifiche, con l’affastellarsi di norme che spesso mettono in difficoltà sia le imprese che le stazioni appaltanti per la loro complessità e farraginosità.
In vista delle imminenti audizioni parlamentari sul regolamento al codice, ancora in fase di stesura, la Confapi nazionale ha predisposto un documento di proposte che vede l’accoglimento di molti dei suggerimenti formulati da Confapi Matera.
Fra le proposte spicca quella di rendere vincolante per le stazioni appaltanti la norma – sovente elusa – che impone la suddivisione dei grandi appalti in lotti, in modo da facilitare l’accesso alle gare delle Pmi. In caso contrario, infatti, si genera uno svantaggio competitivo per il sistema delle piccole e medie imprese, che vengono di fatto escluse dall’accesso alle gare.
Altrettanto dicasi per il diritto dell’appaltatore di decidere di subappaltare quota parte dei lavori, eliminando la facoltà riconosciuta alle stazioni appaltanti di consentire o meno il subappalto in ogni singolo bando di gara.
Ma la modifica più rilevante riguarda il pagamento dei subappaltatori e dei fornitori. L’obbligo del pagamento diretto dei subappaltatori da parte della stazione appaltante rappresenta per Confapi Matera uno strumento di garanzia per favorire l’accesso agli appalti pubblici delle micro, piccole e medie imprese che non sempre hanno una strutturata capacità finanziaria e che possono, quindi, essere danneggiate dal mancato o ritardato pagamento da parte dell’appaltatore. In questa prospettiva, poiché negli appalti pubblici anche i fornitori rappresentano un anello debole della catena, appare opportuno estendere anche a loro le tutele giuridiche proprie dei subappaltatori.
Anche il sistema di qualificazione è stato oggetto delle osservazioni di Confapi Matera. Il sistema attuale, basato sulle SOA, deve essere migliorato introducendo semplificazioni e revisioni tariffarie per gli appalti inferiori a una determinata fascia di importo. Ciò con l’obiettivo sia di garantire una più equa competizione tra le imprese sia di ridurre gli oneri a carico delle PMI per l’accesso alle gare.
I criteri con cui sono attualmente rilasciate le attestazioni sono basati su alcuni parametri aziendali (fatturato, esecuzione di lavori, organico medio annuo) che, a causa della crisi, risultano compromessi o peggiorati, con lo svantaggio delle imprese di non poter mantenere le qualificazioni per partecipare alle gare pubbliche. La qualificazione dovrebbe, soprattutto in questa fase “post crisi”, prevedere anche aspetti relativi alla qualità dell'impresa, che tengano conto degli anni di esercizio, di contestazioni e/o contenziosi, delle vertenze sindacali, degli infortuni dei dipendenti sul luogo di lavoro e di eventuali procedimenti con il fisco.
Infine, l’applicazione del CCNL di settore deve diventare un requisito fondamentale per evitare fenomeni distorsivi in gara, derivanti proprio dall’utilizzo di contratti collettivi meno onerosi di quelli dell’edilizia. Si propone quindi di introdurre l’obbligo di indicare, nei bandi di gara, il contratto collettivo nazionale e territoriale sottoscritto dalle associazioni imprenditoriali e dei lavoratori più rappresentative sul piano nazionale, da applicare per l’esecuzione dei lavori oggetto dell’appalto. Il CCNL di riferimento dovrà quindi essere quello più strettamente connesso all’attività prevalente, che l’impresa svolgerà nell’ambito dell’appalto.
Il presidente della Sezione Edili di Confapi Matera, Claudio Nuzzaci, ha commentato: “In linea con i principi consolidati sia della legislazione (europea e nazionale) che della giurisprudenza, occorre tutelare maggiormente le imprese di minori dimensioni, agevolandone l’accesso alle gare, semplificando le procedure degli appalti e garantendone i pagamenti da parte sia delle stazioni appaltanti sia delle grandi imprese appaltatrici”.
“È opportuno, inoltre – ha concluso il presidente degli Edili - facilitare la partecipazione delle imprese locali alle gare pubbliche. Nelle procedure negoziate fino a un milione di euro, infatti, Confapi Matera propone di introdurre la possibilità per le stazioni appaltanti di invitare, oltre al numero minimo d’imprese previsto dalla norma, anche un pari numero di imprese locali, in modo da garantire maggiormente le aziende lucane in questo periodo di grande difficoltà”.