“L’Italia deve decidere se abbandonare migliaia di piccole e medie imprese del settore metalmeccanico, con tutte le conseguenze immaginabili dal punto di vista occupazionale, oppure implementare politiche strategiche in grado di rilanciare l’industria dell’auto e dell’acciaio: due capisaldi per lo sviluppo che si rischia di perdere definitivamente”. Così il Presidente di Unionmeccanica Confapi, Luigi Sabadini, sulla situazione del comparto della metalmeccanica e dell’acciaio.
“La poca chiarezza sui piani di Stellantis – aggiunge il Presidente-, induce a pensare che questa azienda abbia ben altro in mente che lo sviluppo di modelli e attività in Italia e in Piemonte in particolare. Sono necessari progetti chiari e concreti che impediscano quanto invece sta già avvenendo: imprese della filiera dell’automotive che si vedono diminuire drasticamente da un giorno all’altro commesse da cui dipende la loro stessa esistenza”. Per Sabadini “ugualmente preoccupante è il caso dell’Ilva. Il polo dell’acciaio in Italia – dice - deve essere non solo mantenuto ma rilanciato tenendo conto che questo comparto ha bisogno di tempi medio-lunghi per la ripresa e che rimane comunque un elemento di competitività importante per il Paese”. “Se davvero si è convinti che le piccole e medie imprese, insieme a quelle grandi, costituiscono l’asse portante del sistema produttivo nazionale – conclude - è giunto il momento mettere in campo una politica economica e industriale che tuteli la capacità produttiva nazionale in settori strategici per lo sviluppo, ne accresca la competitività con misure ad hoc dal punto di vista fiscale e creditizio e ne sviluppi le potenzialità tecnologiche”.