DAZI SULL’EUROPA: «OCCORRE TROVARE UN DIALOGO COSTRUTTIVO»

DAZI SULL’EUROPA: «OCCORRE TROVARE UN DIALOGO COSTRUTTIVO»

È l’opinione di Vincenzo Cerciello, vicepresidente di Confapi Industria Piacenza, che analizza i possibili scenari dei prossimi mesi

«Il muro contro muro non giova a nessuno. Occorre trovare un dialogo ed eventualmente dei compromessi». Vincenzo Cerciello è vicepresidente di Confapi Industria Piacenza, ma anche vicepresidente di un’azienda come Nordmeccanica che ha un radicamento commerciale negli Stati Uniti con 550 macchine installate di cui 500 fra Canada e Usa e una cinquantina in Messico. Alla “guerra dei dazi” attualmente in atto Cerciello guarda con grande attenzione anche perché nei prossimi mesi l’Unione Europea dovrà affrontare i dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense, ostacolando l’accesso al nostro principale mercato di esportazione.

«Senza alcun dubbio non ci troviamo davanti a una situazione che fa bene all’economia fra Paesi che fra l’altro hanno sempre commercializzato - sottolinea Cerciello - così sono l’Europa e gli Stati Uniti. Per ora di effettivo ci sono i dazi su acciaio e alluminio che dal 12 marzo entreranno in vigore, ne sono stati annunciati altri (ad esempio anche sulle auto straniere, ndr) che ancora non sono definitivi: questa incertezza crea ancora più problemi al mercato: di fatto lo scenario dei dazi dagli Stati Uniti non giova all’economia globalizzata, ma neppure a quella locale».

L’auspicio? Per il vicepresidente di Confapi Industria Piacenza «sarebbe auspicabile non avere dazi o quanto meno poter muoversi in una situazione con maggiori certezze».

Mario Draghi, autore del rapporto sulla Competitività Ue, parlando al Parlamento europeo a Bruxelles nei giorni scorsi ha sottolineato come «l’aumento dei dazi statunitensi sulla Cina reindirizzerà l’eccesso di capacità produttiva cinese in Europa, colpendo ulteriormente le imprese europee. In effetti, le grandi aziende dell’Ue sono più preoccupate di questo effetto che della perdita di accesso al mercato statunitense». Anche Cerciello concorda: «La Cina sta già attaccando i mercati esteri come quelli dell’Asia Pacifica, dell’Europa e dell’India - sottolinea – ce ne siamo accorti anche noi, come azienda: i concorrenti cinesi, che prima riscontravamo solo in Cina, li abbiamo trovati anche in altri Paesi. È chiaro che se la Cina non riesce a esportare negli Stati Uniti, tutta la loro sovrapproduzione viene scaricata sui mercati esteri».

È proprio alla luce di uno scenario ben poco roseo che Cerciello punta sul dialogo: ma non tanto su un ruolo ponte dell’Italia, bensì sul dialogo fra Europa e Stati Uniti.

«Arrivare allo sconto non serve a nessuno - conclude - e fra l’altro stiamo parlando della maggiore potenza mondiale: in questo momento con Trump e l’amministrazione americana occorre trovare un compromesso e una forma di dialogo che coinvolga l’Europa, senza scorporare i singoli Stati. Mi sembra la cosa più sensata».