CORONAVIRUS: CONFAPI ANIEM, I LAVORI PUBBLICI COME TERAPIA D'URTO
“Il blocco delle attività economiche dovute all'emergenza del Coronavirus sta diventando preoccupante anche per le imprese delle costruzioni”. Così una nota della Confapi Aniem, la categoria delle imprese edili della Confederazione italiana della piccola e media industria privata.
“Una situazione di criticità anche per il mondo delle costruzioni, perché lo stop dell’edilizia vorrebbe dire il blocco completo del mercato interno. Nelle zone rosse – prosegue la nota – i cantieri sono già fermi e nelle zone gialle registriamo le prime sospensioni di cantieri e di tutte le forniture di lavorazione ed è verosimile che ciò accada in tutto il territorio nazionale”.
“L’unica soluzione – aggiunge Confapi Aniem – è adottare procedure più snelle a monte delle gare di appalto, non bastano ammortizzatori sociali ma bisogna intervenire poi nella apertura dei cantieri. A situazioni di straordinaria emergenza, bisogna rispondere con soluzioni rapide e straordinarie. Il problema è l’eccesso di burocrazia”.
“In un momento così grave una risposta concreta può arrivare dal settore dei lavori pubblici, che consentirebbe un’iniezione di liquidità nel sistema. Con tutte le dovute precauzioni, l’ambiente di lavoro tipico dei cantieri presenta meno criticità degli altri settori, per la sua caratteristica di svolgersi all’aperto. Si tratta di velocizzare le procedure a tutti i livelli amministrativi, applicando un ‘modello Genova’, che vada in deroga al codice degli appalti”, concludono i costruttori di Confapi.