Ingegnere o designer della sostenibilità, progettista per la mappatura delle filiere, ecodesigner. Professioni che oggi non esistono, ma che nel giro di qualche anno potrebbero essere fondamentali. Sono solo alcune delle duecento e più professioni dell’economia circolare finite sotto i riflettori ieri pomeriggio grazie a un workshop organizzato da Randstad e Confapi Industria Piacenza: aperto dal sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, il pomeriggio ha inteso partire dalla “consapevolezza che già c’è sull’economia circolare”.
“Siamo passati dall’economia lineare a quella circolare in cui superiamo la logica degli scarti, producendone il meno possibile – spiega Rossella Fasola, Public affairs manager di Randstad Italia – al concetto di green si è sostituito quello di “circolare” dato che non tutto ciò che è verde è sostenibile. L’economia circolare invece è coerente con la sostenibilità”. Ma cosa c’entrano le professioni in questo discorso? “C’entrano perché quasi il 38 per cento delle figure richieste nel trimestre è di difficile reperimento secondo il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere del 2021 e uno dei problemi principali risulta essere l’inadeguatezza della preparazione – spiega Fasoli – domani la situazione potrebbe aggravarsi dato che la maggior parte delle professioni che domani saranno necessarie oggi non esistono. Da questa idea nasce un paradigma che raduna le professioni in “costellazioni” e che mira a superare il concetto di mansione a favore di quello di professione”. Randstad ne ha individuate oltre 200 connesse all’economia circolare: dal tecnico gestionale della circolarità a quello di gestione della filiera, dallo specialista dell’informazione certificata all’esperto di resilienza urbana.
“Quello dell’economia circolare è un tema importante – spiega la responsabile dell’area manager di Randstad Italia Silvia Morelli – e lo è anche per la formazione e l’orientamento delle generazioni più giovani”. “Incontrare le istituzioni, le associazioni di categoria, in questo caso Randstad è il segnale di un approccio nuovo e positivo – spiega la vicepresidente di Confapi Industria Piacenza e presidente dell’Istituto italiano imballaggio e della Laminati Cavanna spa e della Fondazione carta etica del packaging Anna Paola Cavanna – questo perché è fondamentale la persona. Creare valore sul territorio è possibile solo attraverso le persone. La sfida è trovare la chiave di lettura dell’economia circolare, ma anche le persone da inserire: non è facile, ma insieme alle scuole, alle università e alle aziende di lavoro si può fare tanto”. E tanto si è fatto anche ieri anche attraverso gli interventi di Davide Galli, docente di Economia aziendale e coordinatore del corso di laurea in Management per la sostenibilità della Cattolica, e di Giulio Gherri, ceo della Parmafood Group.