Il Presidente di Confapi Salute, Università e Ricerca, Michele Colaci, ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Nazionale Forense a proposito della recente pronuncia della Corte di Cassazione civile riguardante le rette per i malati di Alzheimer a elevata integrazione sanitaria nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).
“Pur condividendo nel merito e nei contenuti la decisione che ha stabilito i criteri da applicare ai malati di Alzheimer nelle strutture residenziali – si legge nella lettera – tale pronuncia è stata, ad avviso di Confapi Sanità, interpretata da alcuni professionisti legali in modo non conforme, con il rischio di determinare dei comportamenti e delle condotte contrarie agli interessi dei malati stessi. Sono circolati infatti articoli di stampa e video promozionali, anche su diverse piattaforme social, nei quali alcuni professionisti legali consigliano ai malati di chiedere il rimborso di quanto versato negli ultimi dieci anni alle RSA e di sottrarsi alla sottoscrizione del contratto con le RSA in virtù della citata pronuncia. Occorre però rilevare che, per ottenere il rimborso o l’esenzione totale della retta per il paziente malato, è necessario presentare un’apposita certificazione rilasciata dalla ASL competente a livello territoriale”.
Per Colaci “tali condotte non solo minano la fiducia nelle istituzioni legali, ma rischiano di arrecare un danno irreparabile a persone particolarmente vulnerabili, come gli anziani affetti da Alzheimer, i quali necessitano di adeguata protezione e assistenza”. Da qui l’invito di Confapi Sanità a “vigilare opportunamente valutando, anche con l’ausilio degli ordini professionali territoriali, la condotta di alcuni legali al fine di garantire che l’esercizio professionale venga sempre esercitato nel pieno rispetto delle normative vigenti e dei principi deontologici”.