Nel periodo gennaio-giugno 2021 l'export italiano ha una crescita molto sostenuta e diffusa a livello territoriale. In tale contesto Brescia è tra le province che mostra le performance migliori insieme a Milano, Torino, Firenze, Vicenza e Roma.
A registrarlo è l'analisi dell'export a livello provinciale fatta dall'Istat e rielaborata dal Centro Studi Apindustria Confapi Brescia. Per quanto riguarda i dati relativi al secondo trimestre, le esportazioni bresciane ammontano a 5 miliardi, in crescita di oltre il 62% rispetto all'analogo periodo del 2020. Se questo dato può apparire per certi versi scontato (il secondo trimestre del 2020 fu quello del lockdown), più significativo è il confronto con gli anni passati. Osservando i dati cumulati, relativi ai primi sei mesi dell'anno, il 2021 è infatti positivo non solo rispetto al 2020, ma anche nel confronto con gli anni precedenti, mettendo le basi per un'annata record. Nel 2021 l'export bresciano è arrivato per il momento a 9,31 miliardi di euro, superiore ai 6,9 miliardi del 2020 ma anche agli 8,63 e 8,55 miliardi del 2018 e del 2019. Per quanto riguarda l'export, il 2021 non sta solo recuperando quanto perso nel 2020 ma sta addirittura avendo performance migliori degli anni pre - pandemia. Nei primi sei mesi dell'anno il saldo commerciale bresciano resta più che positivo (+4 miliardi di euro). La volata dell'export riguarda in modo diffuso tutte le aree, la suddivisione resta simile al passato: l'Ue continua a rappresentare circa i due terzi dell'export, l'Asia supera il 9%, l'America Settentrionale arriva al 7,4%.
«I dati sono molto positivi e confermano la grande inventiva, la vocazione ad aprirsi a nuovi mercati e la voglia di recuperare quanto perso nel 2020 del nostro tessuto imprenditoriale bresciano - dichiara Pierluigi Cordua, presidente di Apindustria Confapi Brescia -. Come sappiamo le incertezze sono però tante, per cui non bisogna sedersi. Noi ribadiamo la necessità di adottare tutte le misure possibili per contrastare la pandemia, per evitare nuove varianti e scongiurare possibili chiusure. La tensione sulle materie prime resta inoltre molto alta e per questo auspichiamo per l'ennesima volta che, finalmente, si intervenga sulle misure di salvaguardia all'importazione di prodotti siderurgici che stanno penalizzando fortemente la filiera e il tessuto delle imprese trasformatrici e utilizzatrici italiane. Aziende che, ricordo, contribuiscono a costituire l'ossatura del sistema Paese».