Apindustria Confapi Brescia lancia l’allarme per l’imminente scadenza del 28 agosto 2021 per gli adempimenti previsti dal d.lgs 102/2020, in riferimento alle modifiche apportate alle Parte Quinta del testo unico ambientale (d.lgs 152/2006). Alle imprese interessate, già in possesso di autorizzazioni ambientali che garantiscono il rispetto dei limiti emissivi, secondo il decreto 102 dello scorso agosto, è richiesta un’ulteriore verifica dell’elenco delle sostanze classificate come pericolose impiegate e che danno origine ad emissioni. A ciò segue l’obbligo di invio all’Autorità competente (nel caso delle imprese bresciane è la Provincia di Brescia) di una relazione nella quale vengono fornite alternative al loro impiego, con relativi studi di fattibilità e sostenibilità economica. «Condividiamo profondamente la ratio della normativa, così come l’ambizione ad un miglioramento costante dell’ecocompatibilità dei nostri processi produttivi. Apprezziamo nel contempo l’impegno di Regione Lombardia che, il mese scorso, ha pubblicato delle linee guida sulla normativa a sostegno delle imprese - afferma Enea Filippini, responsabile Area Sicurezza e Ambiente Apindustria Confapi Brescia -. Non possiamo, però, dimenticare i fattori che hanno caratterizzato quest’anno: l’emergenza sanitaria non ancora conclusa, i draconiani cambiamenti nell’organizzazione del personale e dei luoghi di lavoro, le pesanti contrazioni del business che hanno spesso generato crisi di liquidità, l’instabilità delle proiezioni e lo shock derivato dall’escalation delle quotazioni delle materie prime». In quest’ottica, Apindustria Confapi Brescia auspica che si possa operare una proroga della scadenza di un anno, «per consentire alle imprese coinvolte, che già sono ambientalmente autorizzate, di affrontare con la dovuta solidità e attenzione uno step determinante per il miglioramento delle loro performance ambientali - continua Filippini -. Investimenti impiantistici e di processo connessi alla normativa oggi sarebbero difficilmente sostenibili». Le imprese manifatturiere destinatarie del provvedimento sono almeno mille nel Bresciano e, tra le associate Apindustria Confapi Brescia, operano principalmente nei settori della fonderia, della galvanica, della pressofusione e dello stampaggio plastica. «Prestiamo come sempre grande attenzione al territorio e alle nostre aziende. La corsa green e il quadro normativo che ne deriva – spiega Pierluigi Cordua, presidente di Apindustria Confapi Brescia - non devono tradursi in perdita di competitività del nostro comparto industriale. Non vogliamo che le aziende e le PMI diventino l’anello debole del sistema. Ricordiamoci inoltre che il contesto del mercato di riferimento non è solo quello europeo, ma globale».