NEL 2022 BOLLETTA ENERGETICA INSOSTENIBILE PER LE PMI BRESCIANE

NEL 2022 BOLLETTA ENERGETICA INSOSTENIBILE  PER LE PMI BRESCIANE

Da 4 milioni e mezzo di euro a 18 milioni di euro. È l'ammontare della bolletta energetica che si prospetta nel 2022 per le PMI bresciane che fanno parte di Apienergetica, la società consortile che fa riferimento ad Apindustria Confapi Brescia e che opera nell’ambito dell’organizzazione delle fasi di acquisto di energia elettrica (anche da fonti rinnovabili) da destinare alle PMI. Il focus sul gruppo di acquisto energetico è stato condotto dal Centro Studi di Apindustria Confapi Brescia ed è nel solco di una dinamica di aumento dei costi delle materie prime e dell'energia elettrica preoccupante e che sta erodendo progressivamente i margini d'impresa in modalità sempre più diffuse.  «Avendo sottoscritto contratti biennali, nel 2021 le imprese che sono parte del consorzio si sono parzialmente salvate dall'aumento dei prezzi dell'energia - spiega il direttore di Apiservizi Enea Filippini -. Per il 2022, invece, la preoccupazione sta crescendo al punto che alcune imprese stanno ipotizzando delle chiusure all'inizio del prossimo anno, proprio a causa del costo dell'energia». Le ragioni alla base dell’aumento dei prezzi sono molteplici. Da un lato c'è il tema dell'acquisto delle quote di emissione di CO2 (il cui prezzo è quadruplicato negli ultimi mesi e, per almeno il 40%, si sta scaricando sul costo dell'energia). Inoltre, la politica europea di approvvigionamento del gas naturale quest'anno ha mostrato molti limiti ed ha comportato aumenti del prezzo di questo driver energetico pari ad oltre sei volte rispetto ai primi mesi dell’anno. Per un Paese nel quale la generazione elettrica trova nel metano uno dei propri punti di riferimento, aumenti così eclatanti di questa materia prima non possono che generare un effetto domino anche sui prezzi dell’energia. Dall'altro ci sono dinamiche di formazione del prezzo dell'energia che hanno una caratterizzazione sempre più legata al mondo finanziario. Da qui la proposta di Apindustria Confapi Brescia per l’adozione di alcune soluzioni tampone: «Sarebbe importante - sottolinea Pierluigi Cordua, presidente di Apindustria Confapi Brescia - estendere le misure previste nella manovra finanziaria per le utenze domestiche e per le micro imprese anche alle imprese in media tensione e alle aziende trasformatrici, prevedendo anche per loro la possibilità di dilazione delle fatture». Altra proposta di breve periodo è l'inserimento nel sistema della cassa in deroga anche delle crisi legate agli incrementi delle quotazioni di materie prime ed energia. Si tratterebbe di una misura che potrebbe arginare gli effetti della sempre più probabile chiusura temporanea di diverse imprese nei primi mesi del 2022. Nel medio periodo sarebbe poi fondamentale la riformulazione delle modalità di formazione del PUN (prezzo unico nazionale dell'energia elettrica). Oggi il prezzo si genera, infatti, attraverso il principio del Marginal Price che, in momenti di mercato rialzista, accelera l’aumento dei prezzi. Sarebbe invece opportuno valutare la possibilità di inserire i principi del Pay as Bid (una sorta di media sulle offerte di prezzo). Per quanto riguarda gli aiuti, una politica più mirata a sostegno delle imprese il cui costo della componente energia è un fattore importante nella formulazione dei costi di produzione. È infatti evidente che, se per alcune imprese l'aumento del costo dell'energia può risultare marginale, per altre (quelle nelle quali il costo energetico rappresenta più del 2% del costo finale, che, in non pochi casi, supera il 10%) ha un impatto devastante in termini di riduzione dei margini, pur in presenza di crescita dei fatturati. «Il sistema Confapi si sta muovendo a livello nazionale per fare in modo che vengano adottate alcune soluzioni, seppur non completamente risolutive - sottolinea Pierluigi Cordua -. C'è una ripresa in atto, che deve essere consolidata nel 2022, ma non è possibile che venga azzerata per dinamiche di prezzo dell'energia e delle materie prime che stanno portando a zero i margini delle imprese».