Il Consiglio Direttivo di Apindustria Confapi Brescia, tenutosi ieri, ha ospitato il sindaco di Brescia Emilio Del Bono. «Brescia e Bergamo sono state duramente colpite dalla pandemia - ha detto il presidente di Apindustria Confapi Brescia Pierluigi Cordua -. L’appuntamento che ci attende con Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 rappresenta un’importante occasione di unione. Per questo motivo il sistema industriale bresciano e le nostre aziende forniranno un prezioso e costruttivo contributo in questa prestigiosa iniziativa». Accanto al ricco patrimonio storico e artistico, fatto di 3.200 anni di storia, la Leonessa si contraddistingue anche per una radicata cultura del lavoro e dell’impresa. Un connubio unico che ha consegnato a Brescia e Bergamo il ruolo di Capitale italiana della Cultura 2023. Da qui l’invito del sindaco Del Bono alle associazioni di categoria come Apindustria Confapi Brescia: «Non saremo Capitale italiana della Cultura 2023 – ha spiegato Del Bono - solo perché apriremo i nostri musei e faremo conoscere le nostre piazze e le nostre vie. Faremo conoscere anche la cultura del lavoro, dell'innovazione e della ricerca: valori che nel territorio bresciano sono fondamentali. Il lavoro e l'occupazione esistono perché esiste una diffusissima cultura d'impresa. Dalle associazioni di categoria, compresa Apindustria Confapi Brescia, ci aspettiamo idee, piste di lavoro, occasioni di incontro, ma anche disegni urbani che trasferiscano gli elementi caratteristici e distintivi del nostro territorio».
«Brescia è una città complessa – ha affermato il sindaco di Brescia Emilio Del Bono - con un numero di immigrati regolarmente residenti molto elevato, che provengono da 142 nazioni di tutti i continenti. È una città multietnica e multireligiosa che, tuttavia, nonostante queste trasformazioni così importanti, non ha perso la propria identità. Ha mantenuto le sue radici guardando al futuro senza disperdere la sua cultura ultra millenaria di civiltà».
Al centro dell’incontro anche il tema della sostenibilità: «C’è un orizzonte temporale di due anni – ha spiegato Cordua -, nel quale si registrerà un forte cambiamento. Le scelte legate alla sostenibilità impatteranno non solo sulle aziende, ma anche sul territorio. Necessario pertanto che le istituzioni vadano incontro alle imprese del nostro comparto industriale, accompagnandole in questa evoluzione». La forte urbanizzazione della città di Brescia, che oggi conta 200 mila abitanti, ha da sempre reso necessari strumenti legati allo sviluppo sostenibile. «L'unico sviluppo che sarà consentito al mondo di oggi, minacciato dal cambiamento climatico – ha detto Del Bono - è quello di una sostenibilità ambientale caratterizzata da riduzione delle emissioni di anidride carbonica, degli ossidi di azoto e delle polveri sottili e da differenziazione dei rifiuti e del recupero dei materiali. Ciascuno dovrà essere costruttore e non distruttore: l'unico sviluppo possibile nei prossimi anni dovrà essere orientato a questi obiettivi».