Taglio del cuneo fiscale per 5 mesi, maggiore flessibilità per i contratti a termine e ancora sgravi per chi assume, rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro e la fine del Reddito di cittadinanza che lascia il posto all’Assegno d’inclusione. Sono le principali misure contenute nel Decreto lavoro 2023 approvato dal governo Meloni, nel corso del primo Consiglio dei Ministri nella storia dell’Italia convocato nel giorno della festa del lavoro, lo scorso 1° maggio.
Tra gli interventi che interessano le imprese e i lavoratori, c’è il taglio temporaneo del cuneo fiscale con un beneficio fino a 100 euro in più al mese in busta paga per i dipendenti, per ora solo da luglio fino a fine 2023, con esclusione della tredicesima mensilità. L’intervento sale di 4 punti rispetto a quanto previsto, per portare lo sgravio dal 3 al 7% in meno per i redditi fino a 25mila euro lordi (pari a un importo mensile di 1.923 euro) e dal 2 al 6% per quelli entro i 35mila euro. Altra new entry riguarda i contratti a tempo determinato. Nuove causali legittimano il ricorso al lavoro a termine e sostituiranno quelle in vigore, fissate dal cosiddetto “decreto Dignità” varato nel 2018. Sono previsti meno vincoli sulle causali per i rinnovi che vanno oltre l’anno (fino a dodici mesi non sono richieste), ma con una durata massima di 24 mesi: le causali sono affidate alle intese tra aziende e sindacati tramite i contratti collettivi o aziendali per “specifiche esigenze” oppure, in attesa della norma contrattuale, anche a livello individuale fra le parti per “esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva” (in questo caso comunque entro il 31 dicembre 2024) o ancora per la sostituzione di altri lavoratori.
Il decreto dispone inoltre incentivi per favorire l’occupazione di giovani sotto i 30 anni d’età: sono pari al 60% della retribuzione, per un periodo di 12 mesi, a favore di chi “recluta” giovani non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”. Cambia anche il limite sui voucher: si alza da 10mila a 15mila euro la soglia entro cui sono ammesse le cosiddette prestazioni di lavoro occasionale, ma solo per chi opera nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e parchi di divertimento. La misura è prevista per le imprese che “hanno alle dipendenze fino a 25 lavoratori subordinati a tempo indeterminato” (precedentemente era di 8 unità). Tra le misure più dibattute, introdotte dal Decreto lavoro 2023, il nuovo Assegno di inclusione, in vigore dal 1° gennaio 2024, che decreta la fine del Reddito di cittadinanza, abolito a fine anno così come previsto dall’ultima manovra 2023. Per consultare tutti i provvedimenti introdotti dal Decreto Lavoro 2023 clicca qui.