Mirabelli: Rafforzare fiducia delle imprese locali con progetti validi

Mirabelli: Rafforzare fiducia delle imprese locali con progetti validi

Incontro con Dhebora Mirabelli, presidente di Confapi Sicilia, "La nostra associazione vuole recuperare la sua grande storia valoriale". Servizi innovativi e al passo con i tempi per lo sviluppo dell’economia

realizzato da Filippo Anastasi

Qual è il ruolo di Confapi Sicilia nello sviluppo dell’Isola?
“Al momento del mio insediamento, la Confapi esisteva solo come ordinaria amministrazione. Con me, è cambiato anche il direttivo. La nostra associazione vuole recuperare la sua grande storia valoriale. In Confapi Italia siamo presenti in assemblea con quattro voti. La Confapi è un’associazione datoriale, offre servizi innovativi e vuole rispondere all’interesse collettivo di fare sistema, creare e svolgere iniziative di sviluppo. Non abbiamo sedi provinciali, a ogni Camera di Commercio ho chiesto locali in cui stare, attraverso le aziende più rappresentative che abbiamo in associazione”.

Quali sono i vostri obiettivi nel breve e nel lungo periodo?
“Vogliamo coinvolgere le imprese parlando la loro stessa lingua. Con un progetto ambizioso, che abbiamo voluto chiamare ‘Pensiamo a Sud’, crediamo in una Sicilia orgogliosa che si riscatta con le sue forze. Con questo progetto, abbiamo affrontato vari problemi, come le case vendute a un euro, la fuga dei cervelli, le start up che se ne vanno dopo quattro anni, e il degrado in cui versa il nostro patrimonio artistico-culturale. Per risolvere quest’ultimo, Confapi si è data un programma operativo che inizia con un investimento dell’associazione nell’acquisto di un borgo. In quest’ultimo, in un secondo tempo, si avvia la creazione di distretti produttivi efficienti secondo la vocazione del territorio. I nostri primi interventi sono previsti a Mussomeli e Sambuca. Il 14 febbraio, l’associazione ha firmato un accordo per il recupero del Castello di Mussomeli. Questo monumento servirà per creare un distretto turistico, culturale e agroalimentare a vantaggio del territorio. A Sambuca, invece, punteremo sull’innovazione digitale e sulla finanza agevolata. In questo luogo, esiste una start up che produce olio e che farà da tester per un’etichetta intelligente realizzata da Confapi. Quest’etichetta identificherà l’origine del prodotto attraverso il telefonino, verificando la tracciabilità del prodotto. Detta etichetta è già stata adottata non soltanto nel campo del food, ma anche nel campo tessile e sanitario.

Quali sono le vostre ultime iniziative?
“Dal mio insediamento offriamo ai nostri iscritti più di un servizio innovativo. Il primo è per l’internazionalizzazione: abbiamo costituito recentemente una rete di ambasciatori, persone fisiche, che sono italiani residenti all’estero. Che siano presidenti delle Camere di Commercio estere o altre personalità, essi danno gratuitamente informazioni sui settori di riferimento alle imprese che decidono di esportare. Questo dialogo avviene attraverso un servizio di comunicazione unificato in una piattaforma. Per aiutare le nostre aziende a crescere ulteriormente, la Confapi ha pensato a un supporto che le faccia entrare nei Network europei per la progettazione. Già l’associazione fa parte dell’European enterprise network. Un altro servizio offerto riguarda le nuove piccole realtà imprenditoriali innovative. Il programma è stato denominato ‘Talenti in campo’: si tratta di un piano triennale in cui l’associazione ha lanciato delle sfide per creare nuove start up, che però abbiano una vita superiore a quella dei quattro anni. Tutto questo è avvenuto soprattutto grazie ai contatti che abbiamo con le filiere nazionali attraverso le nostre imprese che hanno sedi anche fuori Sicilia. In realtà, la nostra associazione dà molta importanza all’economia sociale, a quella circolare e all’innovazione digitale”.

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Quali sono i vostri rapporti con le altre realtà associative?
“Ai primi di aprile 2020, la Confapi firmerà una convenzione per il microcredito. Non a caso, siamo l’unica realtà regionale a far parte dell’Alleanza italiana sviluppo sostenibile. Abbiamo in corso un protocollo di intesa con Eat Italy che cerca nuovi prodotti italiani da lanciare all’estero e la nostra associazione darà priorità alle eccellenze siciliane. Sempre per l’esportazione, facciamo parte dell’Associazione Italia-Canada".

Qual è il vostro rapporto con le istituzioni? Quali sono le maggiori difficoltà delle piccole imprese in Sicilia?
“Il rapporto con le istituzioni è ottimo, ma sono ancora troppe le cose che non vanno in Sicilia e in Italia. Le nostre imprese lamentano eccessiva burocrazia, un’ovvietà che non deve più esistere, e le troppe tasse. Solo abbassando queste ultime alle imprese e non soltanto ai singoli cittadini, si potrà sconfiggere la disoccupazione. Un altro problema è che la distanza che sentiamo dalle Amministrazioni e dal Governo è data dalla troppa autoreferenzialità. Non potremo mai parlare, inoltre, d’internazionalizzazione se rimaniamo ancora arretrati dal punto di vista dell’innovazione e della digitalizzazione. È necessario, a questo proposito, risolvere il problema della viabilità e dei trasporti, poiché, nella situazione infrastrutturale attuale, le nostre aziende fanno fatica a essere competitive”.

Ci sono altre iniziative di cui vuole rendere partecipe i nostri lettori?
“Dopo Confapi Donne e Confapi Giovani, adesso abbiamo inaugurato Confapi per il sociale. Nello specifico, con il progetto ‘Abito in Sicilia’ abbiamo chiesto alla filiera dell’industria dell’alta moda di pensare e di realizzare vestiti che possano essere indossati sia da persone diversamente abili che dai normodotati, il tutto valorizzando le bellezze della Sicilia”.

Quante sono le imprese che si sono associate in questi ultimi tempi alla vostra associazione?
“Il dato dei nostri associati è in elaborazione, ma ho tolto tutti gli iscritti non paganti e ci sono delle adesioni che non erano mai state accettate in precedenza dal direttivo. A dicembre, la Confapi ha chiuso con un coefficiente di crescita pari al 40 per cento. A giugno, in altre parole a un anno dall’inizio del mio mandato, puntiamo a conseguire il 100 per cento. Per la nostra associazione ogni impresa vale un voto, poiché la Confapi va intesa come una comunità di imprese, che favorisce gli accordi di gemellaggio a questo scopo. La nostra associazione desidera che i suoi iscritti siano in costante contatto a livello orizzontale e a quello verticale, perché si faccia rete ed esista uno spirito di mutuo soccorso tra le imprese stesse. Per far sì che questo spirito si affermi, l’associazione offre agli iscritti la possibilità di utilizzare una piattaforma. In essa si organizzano eventi di vario genere, tra cui anche quelli formativi e gratuiti, oltre alla creazione di tavoli tematici. Nella nostra associazione, si usano attivamente i canali social moderni, ma non sono stati dimenticati i canali di comunicazione telematici tradizionali come le newsletter”.

Quante sono le imprenditrici in Sicilia?
“La Sicilia è una delle prime regioni in Italia con imprenditrici donne. Molte di esse sono nostre iscritte e vincono spesso premi importanti, a testimonianza del loro valore”.