“Un guazzabuglio giuridico che compromette la tenuta di un intero sistema economico, occupazionale e sociale minando la fiducia tra Stato e imprese. Oltre trenta interventi modificativi, che ogni volta producono effetti retroattivi, modificano condizioni e presupposti sui quali si erano basate scelte, programmazioni, investimenti. L’intero comparto dell’edilizia privata è stato messo in ginocchio”. È questo il commento del Presidente di Confapi Aniem, Giorgio Delpiano, sulle ultime disposizioni emendative introdotte dal Governo in merito al Superbonus.
Secondo Confapi Aniem “dall’esame attento del testo approvato emergono criticità insostenibili. In particolare stiamo già assistendo agli effetti determinati dall’eliminazione delle residue possibilità di cessione del credito/sconto in fattura e alle conseguenze provocate dal divieto delle compensazioni con i debiti previdenziali e assicurativi. In queste ore le banche stanno mettendo in discussione plafond e impegni già assunti”.
“Tutto ciò – sottolinea Delpiano - avviene con una modalità senza precedenti, intervenendo su processi in corso, su pianificazioni e investimenti imprenditoriali fondati sull’applicazione di leggi dello Stato. Chiediamo da tempo di garantire una conclusione ordinata della gestione di questa esperienza sulla quale, fin da subito, avevamo segnalato anche la presenza di elementi che andavano tempestivamente corretti. Ma così non sta avvenendo, la colpa delle imprese è stata, evidentemente, quella di fidarsi dello Stato. Chiediamo al Ministro Giorgetti l’immediata apertura di un tavolo di crisi che possa valutare tempestivamente gli effetti di queste misure, pensare a interventi correttivi e avviare una politica economico/fiscale in grado di superare la logica degli interventi a spot e condividere misure strutturali anche per far fronte agli impegni previsti dalla direttiva europea sulle case green”.
“Vogliamo mantenere un atteggiamento responsabile -conclude il Presidente di Confapi Aniem - ma dobbiamo dare risposte concrete al comprensibile e legittimo malessere delle imprese. In caso contrario valuteremo la possibilità di avviare azioni anche di carattere giuridico-amministrativo per sostenere le rivendicazioni del sistema produttivo”.