Sud chiama Nord

Sud chiama Nord

L’economia del Mezzogiorno raggiunge quella del Centro-Nord 

e punta a crescere ulteriormente

 

De Salvo: fondamentale il ruolo delle PMI

 

Secondo il rapporto Svimez 2023 l’economia del Mezzogiorno, con un utilizzo parziale delle risorse del Pnrr, crescerebbe quanto il Centro-Nord e, col pieno utilizzo, avrebbe addirittura una crescita superiore.

Il rapporto parla persino di una tendenza che azzererebbe il divario di crescita entro il 2025. Utopia? – si chiede il Presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo. Forse, ma un dato è certo, che il risultato è stato ottenuto anche grazie al ruolo fondamentale che le piccole e medie imprese giocano nell’economia del Sud e del Paese.

La capacità di resistere alle crisi e di superarle, la propensione a investire, la valorizzazione dei dipendenti e l’attaccamento al territorio, tutti elementi tipici delle Pmi, testimoniano di un tessuto imprenditoriale vivo e intraprendente, che fa dell’innovazione e dell’internazionalizzazione le sue carte vincenti.

Nessuno si illude di colmare il gap con il Nord – prosegue il Presidente De Salvo – ma questa è la dimostrazione che il Paese deve crescere tutto insieme per competere in Europa. Se ai fondi del Pnrr si aggiungono quelli della nuova programmazione comunitaria e le agevolazioni della zona economica speciale, siamo di fronte a un potenziale enorme che fa di questo momento storico un unicum nel panorama nazionale.

Il timore, tuttavia – conclude il Presidente di Confapi Matera – è che i soliti ritardi della pubblica amministrazione cui purtroppo siamo abituati e i cui tempi mai coincidono con quelli delle imprese, vanifichino gran parte degli sforzi fatti.

Secondo lo Svimez la perdita di potere d’acquisto interessa soprattutto il Mezzogiorno e in dieci anni circa 460mila laureati si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord, impoverendo il Sud di quelle competenze scientifiche e tecnologiche a vantaggio dei sistemi produttivi del Centro-Nord.

Come si vede, c’è ancora molto da fare per avere un’Italia veramente unita dal punto di vista socioeconomico, ma non a tutti è chiaro che siamo tutti sulla stessa barca.