STARTUP E OPEN INNOVATION: L’OPPORTUNITÀ PER L’IMPRESA CHE VUOLE CRESCERE Il tema al centro del webinar di Apindustria Confapi Brescia

STARTUP E OPEN INNOVATION:   L’OPPORTUNITÀ PER L’IMPRESA CHE VUOLE CRESCERE Il tema al centro del webinar di Apindustria Confapi Brescia

Aprire la mente e fare spazio all’innovazione, attraverso forme flessibili di collaborazione tra l’impresa matura e le startup, al fine di trovare nuove soluzioni indispensabili per restare competitivi sui mercati nazionali e internazionali. I temi dell’open innovation e delle startup, quali strumenti utili per le imprese che cercano strategie innovative, sono stati al centro del seminario online, che si è tenuto oggi, «Conosciamo le startup: l’ecosistema per l’impresa che vuole crescere» organizzato da Apindustria Confapi Brescia. 

«L’open innovation rappresenta oggi un’opportunità per le imprese – ha detto Pierluigi Cordua, presidente di Apindustria Confapi Brescia -. Per questo abbiamo voluto fornire ai nostri associati gli strumenti utili per capire come si possa iniziare a mettere in relazione tra di loro l’impresa e le startup, in modo da favorire la spinta legata all'innovazione tecnologica». 

 

Le startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro Imprese Camera di Commercio di Brescia sono ad oggi 272 pari all'1,9% del totale nazionale. Come risulta dal focus “Le startup e le PMI innovative della provincia di Brescia” fonte elaborazioni Servizio Studi della CCIA di Brescia su dati Registro Imprese, aggiornato al 15 novembre 2021, la maggior parte delle startup innovative bresciane (212, pari al 79,4%) fornisce servizi alle imprese. In particolare tra le attività nettamente svolte si rilevano quelle relative ai servizi ICT che vede all’opera 118 start up pari al 44,2% e 47, pari al 17,6%, si occupa di «Ricerca e sviluppo». Un altro settore che risulta avere appeal è quello dedicato ai servizi di informazione quali portali web, elaborazioni dati e hosting (14 unità, pari al 5,2%). Il 19% delle startup bresciane è impegnato nelle attività manifatturiere, dove risaltano le specializzazioni connesse alla fabbricazione di macchinari e apparecchiature (12, pari al 4,5%), di altri mezzi di trasporto (2,2%), di prodotti chimici (1,9%) e di apparecchiature elettriche ed elettroniche (1,9%). Il resto delle attività economiche vede coinvolto un numero trascurabile di startup innovative. Il commercio conta 3 imprese pari all’1,1% delle startup del territorio e il turismo appena lo 0,4%. Per quanto riguarda la composizione delle compagini sociali, le startup con prevalenza femminile sono 35 pari al 13,1% del totale e in crescita nell’ultimo biennio (erano 31 nel 2019); quasi una startup innovativa su cinque risulta gestita invece da giovani (51 unità, pari al 19,1%), cresciute rispetto al periodo pre-covid (+6 sul 2019 e + 24 rispetto al 2018), mentre quelle a prevalenza straniera sono 8 pari al 3% del totale, in netto calo nell’ultimo biennio (-11 rispetto a fine 2019). 

Le startup innovative «mature», ovvero quelle che hanno superato i cinque anni dalla costituzione, possono trasformarsi in PMI innovative che nel Bresciano sono 48 ed il principale settore in cui si classificano sono i servizi che raggruppano il 69% del totale. Si occupano prevalentemente di produzione di software e consulenza informatica (27,1%), di ricerca e sviluppo (16,7%), di attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale (8,3%). Più di una PMI su quattro è attiva nella manifattura (27,1%) nel cui ambito le attività spaziano dalla fabbricazione di macchinari e apparecchiature, alla confezione di articoli di abbigliamento, alla fabbricazione di PC e prodotti dell’elettronica. Nel 2021, per quanto riguarda le startup innovative a livello nazionale - nella classifica delle prime 15 province d’Italia - Brescia si colloca al decimo posto, mentre in quella delle PMI innovative al settimo.

 

Il bisogno da parte delle imprese di confrontarsi con un contesto di mercato molto concorrenziale è una condizione che implica una capacità di adattarsi all’evoluzione della tecnologia.  Entrare in contatto con le startup rappresenta per le attività imprenditoriali una possibilità di crescita in termini di strategia concorrenziale e non solo.  «Il PNRR è stato pensato per favorire la creazione di ecosistemi dell’innovazione – ha spiegato Ivan Losio, partner EY-FAAS - in cui si possa beneficiare della contaminazione di idee e collaborazione tra grandi imprese, startup, istituzioni locali e soggetti appartenenti al campo della ricerca pubblica e privata. Il piano “Next Generation Italia” avrà investimenti previsti pari a circa 222 miliardi di euro suddivisi in specifici obiettivi strategici a sostegno della ripresa. Per ogni missione – ha concluso - è stato definito l’ambito di intervento a favore delle startup, con programmi orientati a costruire l’economia del futuro, dando spazio a giovani talenti e idee innovative».

 

Alla transizione 4.0 e all’open innovation è stato dedicato l’intervento di Angelo De Carlo, Senior Manager EY-FAAS. «I “framework” di open innovation – ha spiegato - rappresentano oggi un vantaggio sia per le aziende - consentendo loro l’accesso a risorse esterne che agevolano i processi innovativi, il rinnovamento aziendale e la riduzione del “time-to-market” dei prodotti / servizi -, sia per le startup che possono bilanciare il loro rischio di impresa grazie a partner solidi, massimizzare le risorse interne e veicolare il proprio ruolo di innovatori».

«L'open innovation – ha detto Giuseppe Lorizzo, CEO Fimap Srl - è un approccio culturale aziendale che si "deve" diffondere sul nostro territorio. L'ecosistema dell'innovazione italiano, che cresce costantemente, sviluppa idee, soluzioni, competenze e contaminazioni necessarie alla costruzione di un nuovo mindset aziendale. In questo contesto è ancora più strategico combinare le potenzialità dell'open innovation con le opportunità del PNRR».

 

Esistono vari modelli giuridici di collaborazione, utili a guidare le imprese nel processo operativo di innovazione, come ha spiegato l’avvocato Matteo Piccinali, partner Zaglio Orizio e Associati. «Dal punto di vista giuridico – ha spiegato Piccinali -, le forme di collaborazione tra l’impresa matura e la start up sono numerose e flessibili, quindi in grado di offrire le soluzioni più idonee a soddisfare le esigenze dell’impresa che vuole innovare, tenendo conto delle caratteristiche strutturali, organizzative e operative della stessa».

Tre i case study presentati durante il seminario online. La startup Screevo, Aprilia (LT), creatrice del primo assistente vocale per l'Industria 4.0 che automatizza i passaggi connessi all’inserimento dati sul computer, consentendo un controllo da remoto attraverso input vocali, evitando interruzioni derivanti dagli oneri connessi all’inserimento dati nei sistemi di gestione e controllo.

 La PMI innovativa Getcoo Srl, Bagnocavallo (RA), che ha sviluppato DART, la tecnologia proprietaria di Intelligenza Artificiale che rivoluziona l'identificazione automatica di oggetti e persone all'interno di immagini, permettendo di accedere direttamente ad immagini con lo stesso contenuto e garantendo la massima accuratezza e riducendo enormemente i costi legati alla fase di apprendimento dell'Intelligenza Artificiale. Questo permette di affrontare problemi non risolvibili con l'AI tradizionale, aumentando considerevolmente gli ambiti di applicazione di sistemi di visione. DART permette l'adozione di sistemi di visione per l'identificazione e il controllo qualità in molteplici settori: dal retail all’industria, dall’arte al collezionismo.

 

Le opportunità offerte dall’impego della fibra ottica coniugata ad un’attività di ricerca accademica sono state illustrate dalla PMI innovativa Optosensing Srl, nata nel 2013, come spin off-accademico con lo scopo di produrre e utilizzare sistemi distribuiti in fibra ottica, Optosensing grazie alla collaborazione tra ricercatori dell’Università della Campania operanti nei domini dell'ingegneria elettronica, civile e ambientale, e la società HPSYSTEM.IT, attiva nel settore del monitoraggio civile e industriale. L'obiettivo principale di questa realtà è quello di offrire tutti i servizi associati all'attività di monitoraggio, dalla progettazione e produzione di sensori alla loro installazione in campo, fino all’interpretazione delle misure. I sensori distribuiti in fibra ottica di Optosensing possono essere utilizzati per applicazioni nell’ambito del monitoraggio strutturale, geotecnico, ambientale, ferroviario, Oil & Gas e sottomarino.