Giangiacomo Ponginibbi, presidente di Confapi Piacenza, illustra il risultato dell’indagine condotta su un centinaio di associati
Fatturati e ordini in crescita rispetto ai mesi scorsi che, insieme alla stabilità sul fronte occupazionale, danno fiducia per l’andamento dell’economia. Costo e reperibilità delle materie prime sempre più critici che suggeriscono cautela ed estrema attenzione. Sono questi gli elementi centrali emersi dall’analisi condotta su un campione di un centinaio di imprese da Confapi Industria Piacenza. «I principali indicatori consolidano i segnali già registrati nel secondo semestre dello scorso anno», spiega il presidente Giangiacomo Ponginibbi. «Il 68% delle imprese presenta fatturati in crescita nel 2021 rispetto al 2020 mentre il 24% numeri ancora in linea. Il 37% delle aziende che abbiamo intervista[1]to afferma che il portafoglio ordini è paragonabile a quello di gennaio 2020, mentre per il 51% è superiore a quello del mese di gennaio dell’anno precedente». Buoni anche i dati del mercato del lavoro: «Il 66% delle imprese non prevede re[1]visioni all’organico aziendale mentre il restante 34% lo ritiene necessario però, e questo è bene sottolinearlo, specialmente in termini di nuove assunzioni». Una ripresa da conquistare I numeri fotografati dall’analisi di Confapi Piacenza trasmettono quindi un tessuto industriale che ha reagito, recuperando e dando linfa vitale alla ripresa del 2021. Ripresa economica che, però, non è da dare per scontata: «No, la ripresa non è affatto scontata. Il 2021 per l’industria è stato un buon anno, soprattutto per il manifatturiero, ma è stato anche un anno a due velocità», spiega Ponginibbi. «Nella prima parte abbiamo assistito alla ripresa ma poi il clima è stato minato dal costo e dal reperimento delle materie prime e ora dal picco dei con[1]tagi che, se non si risolveranno, rallenteranno la ripresa». I fattori da tenere d’occhio «I dati sulla ripresa sono ancora confortanti, ma dobbiamo considerare due variabili determinanti», continua nella sua analisi Ponginibbi. «Anzitutto il rincaro delle materie prime. In questo momento energia e gas hanno registrato impennate mostruose, e ciò può minare la ripresa». Secondo l’analisi, il costo delle materie prime rappresenta il problema principale per il 64% delle aziende.
Il tema delle quarantene
«L’altro fronte da considerare è quello delle quarantene. Credo che ora si debbano inseguire i sintomi e non i tamponi». Un cambio di paradigma nella gestione della pandemia, che possa conciliare la tutela dei lavoratori e la possibilità di creare valore: «Nei prossimi mesi sarà importante rispettare le regole di base, come le imprese hanno sempre fatto sin dall’inizio. Non possiamo permetterci di avere migliaia di persona in quarantena anche asintomatiche, bisogna fare in modo che questo non influisca sulla forza lavoro». Quasi sei imprese su dieci (58,5%) al momento prevedono di utilizzare lo smart working, un numero aumentato rispetto agli ultimi mesi: «Uno strumento che in fase di pandemia disincentiva assembramenti, e quindi sicuramente importante», spiega Ponginibbi. «Non bisogna però dimenticare che le aziende sono luoghi sicuri, con il rispetto di tutti i protocolli messi in campo dallo Stato. Lo smart working, inoltre, non è sempre facilmente applicabile. Penso alle aziende con dimensioni più contenute. Circa il 54% delle nostre imprese rileverebbe infatti problemi legati all’organizzazione del lavoro». Fino a metà gennaio l’aumento nel numero dei casi di positività al Coronavirus non aveva avuto conseguenze rilevanti in termini di gestione dei flussi e dei carichi di lavoro: «Le organizzazioni aziendali reggono, nonostante in oltre sei casi su dieci le nostra realtà accusassero una percentuale compresa tra il 10% e il 20% di assenze tra i propri addetti».
Ottimismo grazie a vaccini e cure
Al di là di tutto, però, è necessario guardare con ottimismo al futuro: «La situazione oggi è ben diversa da quella di due anni fa, grazie ai vaccini e ai passi avanti nella cura del Covid. L’economia sta dando segnali di ripresa e questo deve essere comunque un segnale positivo per tutti», conclude il presidente Ponginibbi. «Dobbiamo cercare, con il rispetto per gli altri e tutta l’attenzione necessaria, di andare avanti, alimentare i consumi e far girare l’economia. Bisogna tornare a prendere in mano la nostra vita, ricordandoci dello spirito che avevamo prima della pandemia».