Confapi ha preso parte all’incontro tecnico con le parti sociali e datoriali sulle specificità dell’introduzione della patente a crediti, prevista dal cosiddetto D.L. PNRR, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
In rappresentanza della Confederazione sono intervenuti il Vice presidente di Confapi, Francesco Napoli e il coordinatore di Aniem, Federico Ruta.
In apertura, il Capo Gabinetto Mauro Nori ha anticipato che la patente a crediti non avrà carattere sperimentale, ma che dopo un anno dalla sua entrata in vigore sarà possibile apportare interventi correttivi. Sulla conversione del decreto si sta votando in queste ore sull’ammissibilità degli emendamenti. Nel corso della riunione inoltre, il responsabile dell’Ufficio Legislativo, Giuseppe Zuccaro, rispondendo ad alcune specifiche sollecitazioni avanzate dalla Fillea Cgil ha anticipato alcune scelte che il Ministero intenderebbe declinare nel provvedimento come l’esenzione per le imprese in possesso di attestazione Soa dalla III classifica di importo (classifica dalla quale è necessaria la certificazione di qualità); l’introduzione di meccanismi premiali per le imprese in possesso di mezzi e dipendenti (ancora non definito il peso della premialità): l’applicazione dei CCNL “comparativamente” più rappresentativi: viene pertanto respinta la richiesta di Confindustria (contestata da altre Organizzazioni tra le quali Confapi) che vorrebbe introdurre il concetto di CCNL “maggiormente” applicato; non è prevista una disciplina di qualificazione per l’accesso al settore.
Confapi ha espresso apprezzamento per la scelta del Ministero relativa all’applicazione dei Contratti “comparativamente” più rappresentativi: si tratta di un riferimento che previene possibili incertezze e contenziosi e consolida un orientamento ormai ampiamente utilizzato. Sul fronte “patente” si confermano le perplessità già espresse, per come è concepita, poiché parte dal presupposto non condivisibile che gli incidenti nei cantieri siano sempre (o prevalentemente) motivati dalla carenza di attività formativa/informativa. Non vengono prese, viceversa, in esame criticità strutturali che condizionano soprattutto l’edilizia privata: lacune progettuali, tempi esasperati di ultimazione lavori, carenza di controlli e responsabilizzazione dell’ente committente, disciplina sull’accesso al settore. Si attende ora l’esito della votazione degli emendamenti e la stesura definitiva della legge di conversione.