Decreto lavoro: le novità per le piccole e medie imprese sono state al centro di un seminario promosso da Confapi Industria Piacenza. Sotto i riflettori è finita la normativa pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 4 maggio, ma soprattutto le novità introdotte nell’ambito del diritto del lavoro. A parlarne è stato Federico Avanzi, referente relazioni industriali Confapi Industria Emilia Romagna: l’incontro è stato introdotto dal direttore di Confapi Industria Piacenza Andrea Paparo.
“Per la nostra associazione seminari come questo sono importanti – spiega – lo sono perché vanno incontro alle esigenze delle imprese di essere informate sulle novità normative nell’attesa della conversione del decreto che avverrà entro il prossimo 30 maggio. Ma soprattutto sono un’occasione di formazione e informazione in più su temi d’attualità”.
“In buona sostanza non ci troviamo davanti a una riforma, ma a una serie di interventi su specifiche normative – inizia a spiegare Avanzi – normative che mirano ad alcuni obiettivi: innanzitutto quello di rendere più gestibile il contratto a tempo determinato, ma anche ridurre il problema del cuneo fiscale e infine semplificare gli obblighi per le aziende derivanti dal decreto trasparenza”.
Il consulente del lavoro analizza dunque punto per punto: per quanto riguarda la disciplina del contratto a tempo determinato, Avanzi sottolinea come “a dispetto delle attese, l’impianto normativo resta invariato come inalterate sono tempistiche per impugnare il termine apposto al contratto e tutela della “trasformazione” a tempo indeterminato. La novità sta nel fatto che possono essere stipulati contratti a termine di durata superiore a dodici mesi, ma comunque non eccedente i ventiquattro mesi, in presenza di alcune condizioni. La «ragione giustificatrice» sarà necessaria, sia con riferimento alla proroga del contratto oltre i 12 mesi, sia, a prescindere dalla durata, in occasione del primo «rinnovo» ossia dal secondo contratto”.
Riguardo invece al cuneo fiscale, Avanzi sottolinea “l’ulteriore riduzione dell’aliquota di finanziamento Inps a carico dei lavoratori e la possibilità da parte del datore di lavoro di cedere beni o prestare servizi del valore di tremila euro ai lavoratori dipendenti con figli a carico”: “Questo aspetto è abbastanza controverso perché rischia di creare differenze fra i lavoratori con o senza figli a carico” avverte il consulente del lavoro.
Infine c’è la questione della “semplificazione degli obblighi derivanti dal decreto trasparenza”.