Le considerazioni del direttore di Confapi Industria Piacenza Andrea Paparo che analizza le incognite presenti nel decreto
«Sull’obbligo della consegna delle polizze catastrofali occorre una proroga».
Ne è convinto il direttore di Confapi Industria Piacenza Andrea Paparo che interviene sulle modalità del decreto ministeriale del 30 gennaio entrato in vigore lo scorso 14 marzo. In pratica entro il 31 marzo tutte le imprese italiane dovranno garantire proprie spese contro le catastrofi naturali.
La norma interesserà tutte le imprese con una sede fisica in Italia, sia straniere che italiane, purché abbiano una sede operativa che possa essere oggetto di danni.
La richiesta
« Nei giorni scorsi Confapi ha chiesto che il termine del 31 marzo possa essere differito, considerando l’imminenza della scadenza rispetto alla pubblicazione del decreto e le incertezze interpretative non risolte – spiega Paparo – come associazione riteniamo che il trasferimento del rischio alle agenzie assicurative sia un fattore positivo perché spesso le piccole e medie imprese non riescono a far fronte alle conseguenze degli eventi calamitosi quali sismi, inondazioni, esondazioni e frane, che sono sempre più frequenti e gravi. Tuttavia queste polizze rappresentano un indubbio aumento dei costi per le imprese a cui bisogna dare certezze sui criteri di applicazione, sui costi e sul valore dei premi».
Paparo sottolinea come «al momento ci sono ancora troppe incognite che vanno chiarite. Per questo riteniamo necessaria una proroga alla data del 31 marzo».
Criteri ancora poco chiari A suscitare più di un dubbio è in primis il fatto che decreto prevede che i premi assicurativi siano determinati in funzione del rischio, valutati in base alla localizzazione geografica, alla debolezza intrinseca dei beni assicurativi, alla disponibilità di serie storiche, mappe di pericolosità e altri dati territoriali. «Tuttavia – fa presente il direttore di Confapi Industria Piacenza – tali parametri risultano nell’esclusiva disponibilità delle compagnie assicurative, con la conseguente impossibilità, per le imprese, di stimare preventivamente l’entità del premio. «Questo comporta il rischio di vedere applicazioni premi elevate, con un aggravio significativo dei costi aziendali».
«Inoltre non è chiarito secondo quali criteri il premio venga effettivamente ridotto al diminuire del rischio e in che modo le misure di prevenzione del rischio adottate dalle imprese siano valutate dalle compagnie assicurative ai fini della modulazione del premio».
«E non risulta nemmeno chiaro se e quali sanzioni sono previste per le imprese che non adempiono all’obbligo di stipulare la polizza assicurativa».
Servono garanzie Le zone d’ombra dunque sono diverse: «Il decreto non prevede infine alcun tavolo di monitoraggio composto da più agenzie assicurative in cui anche le associazioni datoriali possono avere un ruolo, nell’ottica di non lasciare sola la piccola impresa contro la grande impresa assicuratrice – conclude Paparo – ci sono davvero troppe incertezze per introdurre un obbligo così a breve».