LA NUOVA LOGISTICA DIGITALE 4.0 ARRIVA VELOCE E CERCA SPECIALISTI IN INTELLIGENZA ARTIFICIALE

LA NUOVA LOGISTICA DIGITALE 4.0 ARRIVA VELOCE E CERCA SPECIALISTI IN INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Gi Group e Confapi sui cambiamenti del settore e del mercato del lavoro che a Piacenza conta 830 imprese e 7.600 addetti

Il tema è la velocità del cambiamento, la capacità di raccontare una nuova logistica e di catturare talenti. E sorprende scoprire che per il “magazzino di facchini e camionisti” come siamo abituati a pensare il settore le figure professionali emergenti nel volgere di qualche anno sono al primo posto lo specialista di intelligenza artificiale (crescerà del 93 per cento), l’ esperto in automazione (crescerà del 56 per cento), ma c’è posto per altri incrementi di professioni necessarie: l’analista dei big data, il manager d’innovazione, l’informatico logistico, il manager della trasformazione digitale, l’informatico dell’automazione.

Ne parla Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico, all’incontro firma[1]to da Confapi Industria Piacenza e da Gi Logistics, con il patrocinio della Provincia di Piacenza, che si è tenuto all’Ateneo di Caserma della Neve di fronte ad un pubblico di imprenditori e di amministratori. Gi Logistics è una primaria agenzia per il lavoro (220 filiali) che attraverso i suoi esperti ha svolto una ricerca qualitativa su Piacenza per capire - come sottolinea in apertura Giacomo Ponginibbi, presidente Confapi Piacenza - quali sono le risorse umane che servono ad un settore che nella nostra provincia conta 7.600 addetti, 830 aziende e con un peso regionale pari al 12 per cento. «Vogliamo una logistica sana e sostenibile» è la sua premessa. Gi Group, spiega Dionigi Gianola (direttore strategico delle vendite) vuole offrire chiavi di lettura e consulenza, a esplicitare il tutto è poi Michele Savani, manager di una delle quindici divisioni del gruppo, quella appunto logistica.

Il settore - è quanto emerge - sta cominciando ad investire pesantemente e certi vecchi equilibri saranno scardinati in futuro («una stampante in tre D potrà cancellare tante scorte di magazzino»).

«Già il 33 per cento di competenze dal 2017 ad oggi sono cambiate». Occorre uno sguardo allargato e sapersi «raccontare bene (rivolto alle imprese, ndr), con le opportunità del settore per attrarre talenti». Poi però, l’analisi condotta fra i giovani fra 18 e 34 anni rivela che fra le cose che più contano nella scelta del lavoro ci sono gli orari. Non un buon inizio. Intanto le nostre imprese pensano a realizzare una sorta di Accademy in collaborazione per forgiare figure ricercate. Stefano Porta (ad Odm, società di consulenza del gruppo) spiega che su 200 imprese sentite, il trenta per cento sta affrontando il cambiamento, le altre si apprestano a farlo. Non solo digitalizzazione e innovazione, ma anche il passaporto della sostenibilità diventa dirimente perché i consumatori (e le banche) ne fanno ormai una con[1]dizione necessaria.

Altri esperti di Gi Group, da Andreana Zoni a Fabio Musumeci, disegnano il profilo di un lavoratore per cui la formazione diventa essenziale, come la consapevolezza e la conoscenza delle proprie caratteristiche. All’azienda serve esercitare incoraggiamento ed empatia.

Il futuro è già qui, ma va preso per il verso giusto, se più del 35 per cento dei lavoratori in Italia sono sotto occupati. «Una follia» è il commento.

 

 

Aziende escluse dai contratti dalla prefettura 8 “interdittive”

La sostenibilità riguarda anche l’antimafia. «Nuova fabbrica, non capannone»

Occupazione e sostenibilità delle imprese sono il tema svolto al seminario, ma sul secondo termine ci sono molte declinazioni. Una riguarda la legalità e ne parla Luigi Swich, viceprefetto. L’ex ministro Minniti e Confapi nazionale firmarono un protocollo sul punto, che potrebbe ora calarsi nel locale per aiutare ad assicurare legalità e trasparenza. Più in generale le aree grigie non mancano, tanto che la prefettura ha emesso ben otto interdittive («più di tutte quelle di altri settori»), si tratta di esclusioni lega te all’antimafia, riconducibili all’Ndrangheta, e si emettono a salvaguardia dell’ordine pubblico economico, della libera concorrenza tra le imprese, una sfiducia, dunque, e l’impossibilità di accedere ad appalti pubblici. In un episodio si è anticipato di mesi l’azione della direzione antimafia. E ci sono stati casi di chi ha sede legale in centro ma non ha né capannone né mezzi di autotrasporto.

Il tema della logistica è di particolare interesse per la sindaca e presidente della provincia Patrizia Barbieri, che ieri ha assistito all’intero incontro cercando risposte a una filiera che cambia celermente, che ha bisogno di nuovi modelli organizzativi. «Il tema delle competenze è sfidante - ha detto - ma parliamo anche di sostenibilità ambientale, sappiamo che la logistica si può fare nel rispetto dell’ambiente, e c’è una sostenibilità economica e sociale con cui dobbiamo confrontarci». La logistica ha bisogno - e qui il parere di Barbieri coincide con quello degli esperti - di una narrazione diversa, di una comunicazione nuova che parli anche di lavoro ben retribuito («salvo il caso di cooperative spurie») e del profilo di nuova fabbrica, non di semplice capannone dove si fa stoccaggio.

Di fatto dal quadro presentato da Gi Group e Confapi, dopo le analisi e lavori di ricerca, emerge tutta la spinta verso l’innovazione tecnologica e digitale di un settore come la logistica che sta bruciando le tappe sotto l’ondata del commercio elettronico accelerata di anni per effetto della pandemia. Una ricetta unica non c’è, anche se Gi Group ha tutte le carte per aiutare in questi processi, ma ci sono alcuni capisaldi: per il lavoratore la flessibilità e la capacità di imparare, di adattarsi, di sviluppare pensiero critico e l’allenamento a risolvere problemi. Per l’azienda serve implementare i processi digitali, essere allineata alla filosofia anti-spreco e saper abbassare gli squilibri nel tema forte delle relazioni sindacali.