Ponginibbi sull’indagine periodica tra gli associati: cauto ottimismo. Nei primi mesi del 2023 più ordini per il 40% delle aziende
Quando il fatturato aumenta per sette aziende su dieci vuol dire che le tensioni economiche, la stretta energetica, le destabilizzazioni legate alla guerra alla fine non hanno frenato l’economia piacentina, come pure quella italiana del resto. C’è di che essere fiduciosi anche per questi primi mesi dell’anno.
È quanto emerge dal periodico report di Confapi Industria Piacenza che ha monitorato cento aziende associate operanti in svariati settori, a cominciare da quello manifatturiero. Nasce da qui un «cauto ottimismo», visti anche gli ordinativi alle imprese nei mesi di febbraio e di marzo. Le indagini periodiche svolte dalle associazioni datoriali sono dunque particolarmente utili per tastare il polso alla “tenuta” economica del territorio.
Peraltro si tratta di conferme. Archiviato il 2021, nel 2022 il fatturato delle imprese Confapi è stato superiore rispetto all’anno precedente con valori significativi, dal fino al 15 per cento per quasi la metà delle imprese intervistate.
La ripresa, seppure piccola, c’è - si fa notare da Confapi - e arriva dopo un anno «vissuto affrontando vari ostacoli, fra cui in primis il rin-caro del costo delle materie prime e la difficoltà di reperimento del materiale».
Adesso però sembra arrivato il momento dell’ottimismo.
L’analisi congiunturale dell’associazione di industriali mostra infatti come per il 42,3 per cento degli intervistati il fatturato 2022 abbia registrato un incremento compreso fra il 5 e il15 per cento; per il 21,2 per cento invece l’aumento del fatturato è stato superiore e compreso fra il 15 e il 30 per cento. L’11,5 per cento delle imprese registra addirittura una crescita superiore al 30 per cento rispetto al 2021. Solo il 9,6 degli intervistati parla di un calo.
Ancor più significativo è il focus sui mesi che stiamo attraversando. Sulle cento aziende intervistate, 40 imprenditori segnalano un buon risultato per quanto riguarda la previsione degli ordini per i mesi di febbraio e marzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: il 28,8 per cento prevede un numero di ordini superiore dal 5 al 15 per cento, mentre l’11,5 per cento degli intervistati ipotizza un incremento dal 15 al 30 per cento. Previsioni in linea con il 2022 invece sono quelle riportate dal 40,4 per cento.
Dunque già la fine del 2022 ha presentato, per le piccole e medie imprese del territorio, alcuni segnali confortanti.
Inutile nascondere che i problemi ci sono stati, e anche su questo fronte Confapi ha registrato dati interessanti. In particolare a destare più preoccupazioni sono stati la difficoltà del reperimento di materiali vari per il 55,8 per cento e il rincaro del costo delle materie prime per il 51,9. Ma anche il reperimento stesso delle materie prime è stato un punto dolente per il 19,2 per cento degli imprenditori intervistati.
«Complessivamente possiamo dire che il 2022 si sia chiuso con segnali positivi per il nostro manifatturiero – sintetizza il presidente di Confapi Industria Piacenza Giacomo Ponginibbi – le nostre im-prese hanno attraversato dei momenti difficili: l’aumento dei prezzi delle materie prime, i rincari energetici e del gas, le conseguenze della guerra in Ucraina si sono fatte sentire. Tuttavia alla fine dell’anno una cauta ripresa c’è stata: bene soprattutto il fatturato che aumenta per oltre 7 aziende su 10 e anche gli ordini che crescono per quasi il 40 per cento degli intervistati».
L’anno passato si è chiuso con l’ultimo trimestre in ripresa e quella scia la stiamo ancora vedendo e vivendo.
«Sono indicatori migliori rispetto al resto dell’anno che ci siamo lasciati alle spalle – conclude Ponginibbi – indicatori determinanti per tornare a lavorare con maggior fiducia e serenità rispetto all’anno scorso, anche se prevale un atteggiamento di forte cautela tra gli imprenditori anche a causa del problema del Superbonus e della scarsa stabilizzazione dei prezzi delle materie prime: questioni, queste, che allarmano e potrebbero minare la fiducia delle nostre aziende.
Ciò che ci auguriamo è che i prezzi dell’energia continuino con questo trend e che le tensioni internazionali non tornino a farla da padrone. Nel 2022 abbiamo toccato il fondo e ora stiamo risalendo».