Giangiacomo Ponginibbi è stato confermato alla presidenza di Confapi Industria Piacenza per il prossimo triennio 2023-2026. Confermata la sua giunta composta da Anna Paola Cavanna, Elisabetta Curti, Giuseppe Ballotta, Vincenzo Cerciello, Pietro Ercini, Gianni Rabaiotti e Dario Squeri.
Rinnovato invece il consiglio direttivo composto da Carlo Alberto Archilli, Matteo Barilli, Gian Mario Bosoni, Elena Bozzarelli, Antonio Campagnoli, Giovanni Cantù, Massimiliano Cravedi, Roberto Gatti, Andrea Gregori, Lino Lazzari, Corrado Marchetti, Mauri Mazzocchi, Corinna Mondani, Edoardo Pagani, Giacomo Ponginibbi, Armando Schiavi, Melissa Secchi, Leonardo Soldati, Denise Venturati e Lorenza Zanardi.
Dopo il saluto del sindaco Katia Tarasconi e del presidente della Provincia Monica Patelli che hanno sottolineato l’importanza delle imprese per lo sviluppo del territorio piacentino, ha preso la parola Ponginibbi che ha ricordato il difficile periodo della pandemia, la conseguente crisi economia, una ripresa lenta ma intrisa di speranza e di voglia di ricominciare e poi la guerra in Ucraina, un conflitto folle e insensato che continua nonostante il dolore e i morti a fare vittime innocenti e, al contempo, a mettere a dura prova tutti a partire dagli imprenditori «ancora qui con più forza e determinazione ad andare avanti, crederci, lavorare, per noi, per le nostre imprese, per le generazioni future, per il Paese. Già, perché, le Piccole e Medie Industrie italiane sono davvero la spina dorsale del sistema economico italiano, sono davvero il motore che lo fa muovere e andare avanti, un patrimonio prezioso a cui non si può rinunciare.
Il modello Confapi, dal Dopoguerra a oggi, si è dimostrato vincente dal punto di vista economico e rappresenta un formidabile esempio sui territori di responsabilità e coesione sociale. E posso dire con grande orgoglio che Piacenza ne è un esempio evidente. Prova ne è il nostro Cristian Camisa che proprio dal nostro territorio, dalla nostra Piacenza, da qualche mese è arrivato alla presidenza di Confapi nazionale.
Siamo sempre più vicini al nostro territorio in un percorso di evoluzione che ha riguardato anche la nostra sede, la nostra casa. L’inaugurazione della sede, moderna e funzionale, di via Menicanti avvenuta lo scorso dicembre, ci riempie di orgoglio e rappresenta un ulteriore passo che va ad aggiungersi alla nostra storia. Per noi rappresenta un punto di partenza per continuare a crescere e ad evolverci in un cammino lungo, ma costellato di soddisfazioni e di numeri importanti: nel corso del mandato il numero delle aziende associate è, infatti, cresciuto a doppia cifra, imprese che sul nostro territorio contano più di 10.000 addetti».
Ha poi tracciato un bilancio dell’attività svolta ed ha detto che «nel corso del mandato 2023-2026 la nostra priorità sarà incentrata alle iniziative in tema ESG. I criteri ESG (dall’inglese Environmental, Social and Governance), anche detti ASG (ambientali, sociali e di governance), fanno riferimento a tre criteri chiave che le aziende devono tenere in considerazione per garantire la sostenibilità a lungo termine. Oggi la reportistica ESG è un adempimento a carico delle grandi imprese e delle PMI quotate, ma siamo convinti che le altre imprese non obbligate saranno comunque spinte dalla propria catena di fornitura e dalle banche ad attuare gradualmente una disclosure volontaria. Si tratta di un vero cambio di paradigma che di fatto chiama tutte le aziende a definire fin da subito una strategia chiara di passaggio a modelli di business più sostenibili, con uno sguardo al lungo periodo.
L’urgenza è dettata, non solo dall’obbligo normativo, ma anche da ragioni di competitività: chi non sarà in grado di misurare e rendicontare l’impatto della propria attività economica sull’ambiente e sulla società sarà penalizzato rispetto ai concorrenti; inoltre ci saranno anche minori possibilità di accesso ai finanziamenti sia privati che pubblici, perché, da una parte gli istituti finanziari e gli investitori istituzionali premieranno le aziende con un profilo di sostenibilità migliore, dall’altra ci sarà un accesso più difficile a fondi pubblici (a partire dalle risorse del Pnrr).
Risulta a questo punto fondamentale anticipare l’adeguamento delle proprie strutture in funzione di quello che, a oggi, ancora può costituire un vantaggio competitivo per il proprio business, ma che, nel prossimo imminente futuro, costituirà uno standard imprescindibile – pena la condanna da parte di stakeholder quali investitori, fornitori, clienti e dipendenti – ovvero la capacità di fornire adeguate, trasparenti e verificate misurazioni delle proprie performance in ambito sociale, ambientale e di governance e come queste siano attivamente parte del proprio processo di creazione di valore.
Sempre a fianco delle nostre imprese con l’intento di supportarle ed informarle per qualsiasi necessità, grazie anche al prezioso aiuto della Giunta di Presidenza i cui membri ho deciso di riconfermare e che ringrazio per il lavoro svolto nel corso del triennio».
È poi seguita la tavola rotonda, coordinata dal vicedirettore di Telelibertà Michele Rancati che ha intervistato il presidente nazionale di Confapi Cristian Camisa e il giornalista finanziario Andrea Cabrini. «La situazione economica - ha detto Camisa - procede abbastanza bene, anche se nell’ultimo periodo il nostro centro studi ha registrato un rallentamento. Il dato positivo è che il tasso di occupazione in Italia sale, è arrivato al 60,9%, anche se resta quindici punti sotto la media di paesi come la Germania; preoccupa invece il debito pubblico ancora sopra il 146%, anche se a fine anno dovrebbe arrivare al 143%. Quello che auspichiamo in questa fase è innanzitutto uno sblocco immediato della terza tranche del Pnrr: dovrebbero arrivare 19 miliardi che saranno il motore per la ripartenza economica; come però dico spesso al Governo, visto che sul totale di 200 miliardi due terzi sono a debito – ci stiamo quindi prendendo la responsabilità di indebitare i nostri figli – questi fondi devono essere utilizzati per progetti strategici, per fare in modo che abbiano un effetto moltiplicatore e di stimolo all’economia».
«Siamo in un mondo di “policrisi” - ha chiarito Cabrini- e le condizioni finanziarie stanno mutando con le banche meno propense al credito e questa situazione di incertezza accorcia le prospettive. Quello che è certo è che il nostro mondo deve diventare sostenibile anche se ci sono troppe direttive della Ue che rendono difficile realizzarle per le imprese. Ma adeguarsi è fondamentale. Quello che è certo è che ci attende un mondo sempre più competitivo».
«Abbiamo sbagliato - ha sostenuto Camisa - ad esternalizzare troppo ed ora si corre ai ripari, come con l’energia. Ho proposto di organizzare proprio a Piacenza cui resto legatissimo, il primo convegno nazionale sulle comunità energetiche rinnovabili”.
Camisa ha tracciato un bilancio dei suoi primi sei mesi alla guida di Confapi nazionale “per me un’esperienza straordinaria: ho cercato di portare il pragmatismo piacentino come mia linea di azione. Abbiamo portato tante proposte al Governo Meloni: devo dire che c’è tanta attenzione per la piccola e media industria privata e per il ruolo di Confapi».
Camisa ha trattato anche di lavoro: «giusto diminuire il cuneo fiscale, bisogna recuperare la forza dei salari perché i dipendenti sono il nostro più importante capitale; bisogna detassare gli straordinari perché c’è bisogno di lavorare di più e manca mano d’opera qualificata che bisogna saper attrarre. Bisogna (parere condiviso da Cabrini) scegliere bene dove indirizzare le risorse del Pnrr, con scelte con effetto moltiplicatore, senza indebitare le future generazioni, con un’economia che cresca perché l’Europa ci guarda e questa è la priorità assoluta. Bisogna puntare sulla formazione, con stage nelle aziende ed un sistema scolastico con flessibilità territoriale perché le esigenze di lavoro sono diverse sul territorio nazionale. Dobbiamo creare un lavoro flessibile con le esigenze dei giovani, con contratti innovativi ed una settimana più corta e concentrata perché i giovani anelano ad una qualità di vita diversa ed il capitale umano è prezioso». Camisa ha poi ricordato le 100 borse di studio destinate ai figli di infortunati sul lavoro ed ha detto che il Governo Meloni è stato sollecito con gli aiuti verso le zone alluvionate che hanno bisogno di “semplificazione e velocità”.