FATTURATO IN CRESCITA GRAZIE AL TRAINO ESTERO. FRENA LA MECCANICA

FATTURATO IN CRESCITA GRAZIE AL TRAINO ESTERO. FRENA LA MECCANICA

«L’anno industriale ha chiuso con tante partite in realtà aperte, con interrogativi, ombre, timori e per quanto Piacenza abbia sempre dimostrato una capacità di tenuta, le dinamiche internazionali pesano».

Parla così il presidente di Confapi Industria Piacenza Giangiacomo Ponginibbi, tracciando un bilancio del 2024. Mette in fila quelle che lui definisce “le spine della transizione energetica e la frenata della meccanica”, anche se gli scenari hanno anche qualche nota positiva: «Per fortuna si può contare ancora sulle buone performance con l’estero che, più in generale, vedono Piacenza sempre in pole position nazionale nelle dinamiche di import ed export inalterate».

L’associazione ha interpellato un centinaio di imprese su questi temi: «Ci siamo interrogati anzitutto sulla transizione energetica 5.0 per vedere quante imprese fossero veramente interessate - spiega il direttore Andrea Paparo - e dall’analisi è emerso che il 58,10 per cento degli imprenditori non è interessato a investire sulla transizione, contro il 41,90 per cento di chi è a favore. Molti sono i problemi emersi che spiegano questo atteggiamento tiepido: normativa poco chiara, procedure complesse e onerose, target troppo elevati da raggiungere per l’efficientamento energetico. Sembrerebbe una missione impossibile. Intanto rallenta il comparto metalmeccanico, con una minor prospettiva sugli ordinativi del 2025». A fronte di questo, il 2024 ha registrato una buona tenuta delle esportazioni: «Nonostante le piccole e medie imprese abbiano nel mercato interno lo zoccolo sicuro e il principale traino economico, il mercato estero resta necessario e fondamentale - fa presente Ponginibbi - il 39 per cento delle imprese consultate da Confapi esporta direttamente, il 12 per cento comunque fa arrivare le proprie lavorazioni sui mercati esteri attraverso i clienti italiani». Lo resta anche perché è proprio grazie al traino dato dai mercati esteri che il fatturato a Piacenza è risultato in crescita dello 0,5 per cento, nonostante il calo dei volumi: « Dopo aver archiviato il primo semestre con una crescita della produzione che non aveva riscontri in altre province emiliane, i primi nove mesi, si sono chiusi con un calo della produzione industriale in senso stretto dell’1,5 per cento - spiega Ponginibbi - sono dati della Camera di commercio dell’Emilia da cui emerge una contrazione largamente inferiore a quella media regionale, ma comunque in controtendenza rispetto ai dati del primo semestre 2024. Il calo dei volumi non ha però portato anche un calo del fatturato proprio grazie all’export».

Se l’export dà risultati confortanti, la metalmeccanica non sembra attendersi grandi miglioramenti a breve termine: «Questo incide parecchio sull’asse portante nel Piacentino delle piccole e medie imprese meccaniche e manifatturiere - fa presente Paparo - i dati ci lasciano presagire un 2025 fra alti e bassi: il primo semestre riteniamo che possa essere abbastanza difficile, nonostante i dati nazionali diano l’occupazione in crescita: del resto da una parte ci sono le sensazioni delle commesse in entrata, dall’altra le possibilità di lavoro effettivo. La forte richiesta di tecnici è stata affannosa qualche mese fa, oggi non lo è più».

Sia Ponginibbi sia Paparo valutano positivamente la diminuzione dei prezzi delle materie prime: «Non si verificava da un triennio - segnalano - ma purtroppo il contesto è di stagnazione e occorre guardare, più che alle dinamiche locali, al mercato globale».