Confapi è intervenuta in audizione nell'ambito dell'esame del disegno di legge 455 (Impianti di interesse strategico nazionale) presso la Commissione Industria e agricoltura del Senato. Marco Mariotti, in rappresentanza di Confapi, nel corso del suo intervento ha ricordato che il sistema industriale manifatturiero italiano si basa sulla capacità delle nostre imprese di saper trasformare le materie prime come l’acciaio, di cui siamo sprovvisti e che importiamo, in manifattura di eccellenza che ha permesso al nostro Paese di diventare oggi una delle più sviluppate potenze industriali del pianeta. I dati dell’export nazionale dimostrano in modo inequivocabile gli esiti di uno sviluppo delle piccole e medie industrie in termini di automazione, digitalizzazione, processi ad elevata produttività, qualità e capacità di penetrazione nei mercati mondiali. Queste aziende, che Confapi rappresenta, consumano milioni di tonnellate di acciaio ed hanno la necessità di avvalersi di produttori all’altezza per capacità e volumi. Sono quindi fondamentali investimenti affinchè la siderurgia italiana possa competere con i produttori di acciaio a basso costo di quei paesi nei quali non esistono vincoli stringenti sulle emissioni. Le filiere di tutto il Paese funzionano solo se il tessuto industriale riesce ad avere indipendenza dalle fonti di approvvigionamento. Se da un lato è apprezzabile l’intervento del Governo che ha consentito di patrimonializzare il sito di Terni con 705 milioni di euro, allo stesso tempo Confapi manifesta il proprio disappunto per quello che è stato un indebolimento molto forte della capacità produttiva dello stabilimento ex Ilva. L’aumento di capitale che verrà fatto dovrebbe essere collegato alla situazione debitoria dell’acciaieria di Taranto nei confronti delle imprese creditrici della filiera. Secondo una valutazione di Confapi, il debito accumulato da Acciaierie d’Italia verso le sole aziende del comparto del nostro sistema, è di circa 40 milioni di euro. Debito che secondo Confapi dovrebbe trovare garanzia nel capitale della società stessa. Per questo motivo Confapi propone che Invitalia acquisti la titolarità dei crediti intervenendo in forma di surroga di un debitore insolvente. Riguardo il piano ambientale, Confapi suggerisce che venga integrato con la “Valutazione Integrata dell'Impatto Ambientale e Sanitario” (VVIAS) il cui utilizzo dipende però dalla facoltà del proponente della richiesta. Il vantaggio derivante dall’introduzione della VIIAS è quello di valutare non solo i limiti e le emissioni inquinanti, ma indicare in maniera predittiva quei modelli scientifici che permettono di valutare anche il contesto ambientale nel quale l’azienda opera.