Energie rinnovabili, il TAR Basilicata annulla il “vincolo di Monteserico”

Energie rinnovabili, il TAR Basilicata annulla il “vincolo di Monteserico”

Transizione energetica, gli stop and go della Regione

 

Con la sentenza n. 69 del 30.1.2023 il Tar Basilicata ha accolto il ricorso presentato da una società privata contro il vincolo paesaggistico apposto dalla Regione sull’area attorno al castello di Monteserico, nel Comune di Genzano di Lucania, nella parte che vietava in via aprioristica la realizzazione di impianti di energie rinnovabili. Ciò comporta la riattivazione dei procedimenti autorizzativi per recuperare il tempo perduto.

Senza voler entrare nel merito della sentenza, peraltro ampiamente prevedibile, il Presidente della Sezione Energia di Confapi Matera, Francesco Calbi, torna sul tema dei ritardi della Regione Basilicata nella concessione delle autorizzazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici, con decine di domande che giacciono da anni inevase, alcune senza neanche avere avuto il numero di protocollo (sic).

È noto che il sottodimensionamento dell’organico non consente di smaltire la grande mole di lavoro in tempi ragionevolmente brevi, nonostante l’impegno del personale addetto – evidenza l’ing. Calbi; tuttavia, ciò crea grande disagio agli operatori economici e il proliferare del contenzioso giudiziario. 

La sentenza del tribunale amministrativo arriva proprio quando l’Unione Europea fissa nuovi e più ristretti termini per le procedure autorizzative per l’installazione di impianti e apparecchiature per lo sfruttamento delle fonti di energia rinnovabili (F.E.R.) come il fotovoltaico.

“La guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e la riduzione delle forniture di gas naturale minacciano la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione e una diffusione rapida degli impianti per lo sfruttamento delle FER può contribuire ad attenuare gli effetti della crisi energetica”. Sono queste le motivazioni che hanno spinto la UE ad adottare il Regolamento Ue 2022/2577 del Consiglio del 22 dicembre 2022, entrato in vigore il 30 dicembre 2022, valido fino a giugno 2024 e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

Il Regolamento, tra l’altro, considera gli impianti di produzione di energia da fonti di energia rinnovabile e gli impianti di stoccaggio d’interesse pubblico prevalente e d’interesse per la sanità e la sicurezza pubblica.

Pertanto, da un lato l’Unione Europea fissa tempi autorizzativi ristretti, dall’altro la Regione impiega tempi biblici e alimenta un contenzioso giudiziario che la vede sempre soccombere.

È evidente, inoltre – sottolinea il Presidente della Sezione Energia – la contraddizione per cui mentre la Regione è fortemente impegnata nella transizione energetica (bonus gas, bando non metanizzati, bando efficientamento energetico, bando idrogeno, ecc.), contraddice sé stessa creando un vero e proprio collo di bottiglia nei procedimenti autorizzativi. Sul punto volontà politica e agire amministrativo confliggono.

Il Presidente Calbi precisa che l’interesse delle imprese e quello della Regione coincidono, nessuno dei due volendo operare contra legem e tutte e due volendo raggiungere la transizione energetica, per cui l’Associazione offre la propria disponibilità a dare un supporto tecnico e legislativo per evitare contenziosi.

Lo scorso novembre - conclude il Presidente della Sezione Energia – avevamo espresso apprezzamento per l’intenzione della Regione di affidare all’esterno la valutazione dei progetti FER presentati da imprenditori privati, al fine di snellire il carico amministrativo almeno in fase di pre-istruttoria. Ad oggi itinera burocratici complessi e personale ridotto sono ancora un problema.