Alla guida di Tecnostamp e Metal Car mettono al primo posto impegno e fiducia nello staff
Giovani e imprenditori. Due facce della stessa medaglia per Diego Mignani e Riccardo Dodi. Il primo guida la Metal Car, realtà attiva dal 1986 che disegna, progetta e realizza cabine e cofanature per veicoli industriali e conta una ventina di collaboratori e un fatturato dai 3 ai 4 milioni di euro. Il secondo dirige la Tecnostamp, società fondata nel 1978 specializzata nella costruzione di utensili standard e speciali per presse piegatrici che impiega 70 dipendenti con un fatturato di circa 15 milioni.
Come vive il fatto di essere un giovane imprenditore in un momento complesso come quello attuale? Mignani: «Il periodo è davvero tosto, per vari motivi: consegne, aumenti, ritardi... Cerco di andare avanti come meglio posso, step by step, mese per mese».
Dodi: «Ho iniziato a lavorare in Tecnostamp nel marzo di quest’anno: mi sono trovato a gestire una società che, pur ben organizzata dal punto di vista dell’organico e delle strutture, ha dovuto affrontare nuove problematiche relative ai rapporti con il personale, con i clienti e con i fornitori. È stato quindi indispensabile fare una valutazione generale per rivedere il contesto produttivo e gli investimenti necessari per superare questo periodo».
Come si diventa imprenditori?
M.: «Lo si diventa quando lo si vuole al di sopra di tutto, quando si è disposti a fare sacrifici. I requisiti per me fondamentali sono l’autocontrollo, la grinta, l’empatia e soprattutto tanto problem solving».
D.: «Credo che si possa diventare imprenditori in diversi modi: nel mio caso, penso sia necessario creare un team di persone con le quali condividere gli obiettivi. Penso comunque che non si possa essere imprenditori senza una grande passione per il lavoro che si svolge, il rispetto per le persone con cui si collabora e una grande voglia di veder crescere la società per cui si lavora».
Il fatto di essere a capo di un’azienda in un’età ancora giovane è per lei più positivo o negativo?
M.: «A volte è appagante, soprattutto quando dimostri con i fatti ai collaboratori, clienti e fornitori che anche una persona giovane può fare sul serio. Molte volte è davvero stressante: è impegnativo avere un’azienda, se si è giovani e senza tanta esperienza le emozioni sono amplificate. Non sempre si riesce a staccare con la mente nemmeno quando la sera si è finito di lavorare».
D.: «Non mi sento a capo di un’azienda, ma parte di essa: essendo molto giovane, non ho ancora avuto modo di poter acquisire le esperienze necessarie per assumermi determinate responsabilità. Sicuramente giudico sitivo essere nella mia posizione, poiché avendo una squadra di lavoro responsabile e leale, la mia crescita professionale potrà avvenire più velocemente».
Quali prospettive si è dato per la sua azienda nel breve e nel medio termine?
M.: «Sto investendo sulla location. Ho in programma nel 2022 delle novità importanti. Spero vada tutto bene e ho bisogno anche della vicinanza dei miei collaboratori per riuscire a fare tutto. Il mio impegno al riguardo è massimo».
D.: «Sono fiducioso che i prossimi anni vedranno crescita e sviluppo, pertanto gli obiettivi che stiamo mettendo in campo sono di implementare il ciclo produttivo con macchinari moderni e supportato da una migliore digitalizzazione; inoltre, una continua ricerca di mercato in Paesi dove non siamo presenti e migliorare e consolidare gli accordi con i clienti già acquisiti»