«SOLO COSÌ POTREMO RIMANERE COMPETITIVI:
CHI SI OPPONE NON HA UNA VISIONE STRATEGICA»
L’Associazione delle piccole e medie imprese prende posizione sulla querelle che sta infiammando il dibattito pubblico. Il vicepresidente di Confapi Padova Franco Pasqualetti: «Nessun rischio di perdere il controllo, al contrario, il territorio può solo trarre benefici dall’operazione. Se non coglie questa opportunità, Padova rischia di essere esclusa dal traffico internazionale».
«Da questa operazione il territorio può solo trarre benefici, perché, grazie al coinvolgimento di un player mondiale di prima grandezza, porterà ulteriore sviluppo, creando un volano di interesse». Confapi Padova prende posizione in modo netto sulla questione che sta infiammando il dibattito pubblico in questi giorni, quella relativa all’ingresso di un partner privato di livello internazionale nella gestione del terminal di Interporto. Lo fa attraverso il vicepresidente Franco Pasqualetti, che, da ex presidente di Interporto, parla a ragion veduta, conoscendo nel profondo la materia. E mette tutti in guardia: «Se non si farà, l’Interporto di Padova rischia di essere tagliato fuori come un ramo secco dai traffici mondiali di merci. Forse non oggi e non domani, ma sicuramente in un futuro prossimo. Occorre avere una visione perlomeno decennale nell’affrontare il tema, quella che manca in chi, adesso, per motivi meramente politici, si oppone a questo intervento. Al contrario, se questa operazione si concretizzerà, come auspichiamo, Padova avrà l’opportunità di rafforzarsi a livello internazionale, aprendosi a nuovi mercati e rimanendo leader nel settore anche nei prossimi decenni».
Un messaggio chiaro, quello che giunge dall’Associazione che rappresenta le piccole e medie imprese del territorio. Espresso con cognizione di causa. Occorre ricordare che, con i suoi 44 milioni di fatturato, quello di Padova è già il primo Interporto d’Italia. L’obiettivo, ora, è affiancare all’attuale società una “NewCo” - di fatto un nuovo ramo d’azienda - che vedrebbe come socio di maggioranza al 70% il nuovo partner privato. Un partner che si presenterebbe portando in dote circa 60 milioni di euro, visto che il valore complessivo della società è di 85 milioni. A gennaio scorso Interporto ha pertanto lanciato un avviso di mercato per la ricerca di partner a livello globale, dopo aver ottenuto il via libera dei soci pubblici - Comune, Provincia e Camera di Commercio - per dar vita alla più importante operazione economica per Padova del 2025. All’appello avevano risposto 12 società, tra cui i principali player a livello globale. Segno di un interesse evidente per l’investimento.
«Si tratta di un’operazione ideata e studiata già quando ero presidente di Interporto», ricorda Pasqualetti, «e che ora è giunta a un passaggio decisivo. I timori di chi paventa che venga perso il controllo di un asset strategico sono infondati. Di questa nuova società resterà una quota del 30%, con un rappresentante in consiglio di amministrazione e uno nel collegio sindacale. Occorre chiarirlo, non è in programma alcuna cessione: la società Interporto Spa rimarrà operativa e si occuperà del ramo immobiliare e della riqualificazione della zona industriale. Peraltro, l’utile di Interporto viene realizzato principalmente grazie all’attività immobiliare, cioè con l’affitto dei diversi magazzini di cui la società è proprietaria. Un’attività che non sarà ceduta e che non rientra nella NewCo, che riguarda solo l’asset terminalistico. Il punto è che solo attraverso l’ingresso di un grande player privato quello di Padova potrà diventare un centro logistico di livello internazionale. Si tratterebbe di una compagnia marittima di livello mondiale, in grado di attraccare con le proprie navi nei principali porti per poi portare le proprie merci direttamente a Padova, generando un vantaggio competitivo alle aziende del territorio che, come sappiamo bene, puntano moltissimo sull’export».
Il terminal di terra padovano viene dal record storico di 412 mila container movimentati nel corso del 2024, con un aumento del traffico intermodale del 6,4%. La previsione di crescita dell’attività intermodale è che si possa arrivare a 520 mila entro il 2028.
Nella foto il vicepresidente di Confapi Padova Franco Pasqualetti