Il vicepresidente di Confapi, Francesco Napoli, è stato audito oggi sul cosiddetto "Pacchetto Omnibus I" all'esame della Commissione Politiche UE della Camera.
"Il pacchetto Omnibus I – ha spiegato Napoli nel corso del suo intervento - è un primo passo positivo, con l'obiettivo di ridurre del 25% gli oneri normativi complessivi e fino al 35% per le Pmi. Tuttavia, Confapi ritiene che le misure attuali non siano ancora sufficienti per eliminare del tutto gli effetti regolatori indiretti che colpiscono le Piccole e Medie Imprese industriali coinvolte nelle catene di fornitura. È fondamentale garantire proporzionalità normativa rispetto alla dimensione aziendale, soprattutto considerando l'impatto crescente della sostenibilità su credito e rapporti con la Pubblica Amministrazione".
Confapi ritiene che va nella giusta direzione l'intento di semplificare il quadro normativo sulla rendicontazione di sostenibilità. Restano tuttavia, alcune criticità.
"Molte Pmi – ha sottolineato il Vicepresidente - pur escluse formalmente dalla normativa, rischiano, infatti, di subire pressioni dalle grandi aziende per fornire dati di sostenibilità, compromettendo il principio di proporzionalità. Il rischio è che lo standard volontario (VSME) diventi di fatto obbligatorio. Per evitare questi effetti indiretti, proponiamo misure di salvaguardia per le Pmi e le Mid-Cap escluse dagli obblighi che già operano in conformità agli elevati standard europei e internazionali. Tali imprese dovrebbero beneficiare di un riconoscimento automatico di conformità, evitando ulteriori richieste".
Per quanto riguarda la proposta di modifica al Regolamento CBAM, Confapi riconosce l'intento di semplificazione, ma rileva che la soglia di esenzione di 50 tonnellate annue è troppo bassa per le Pmi manifatturiere, in particolare della metalmeccanica. "Nonostante alcune semplificazioni procedurali e maggiore flessibilità nella dichiarazione – ha detto Napoli - le modifiche non affrontano i problemi strutturali del meccanismo. Il CBAM si applica solo ad una parte della filiera di alcuni prodotti e manca di correttivi per proteggere la competitività delle imprese esportatrici europee. Abbiamo evidenziato più volte che il CBAM ha un impatto negativo sul sistema industriale italiano, soprattutto sulle Pmi trasformatrici, che sostengono costi maggiori sulle materie prime importate senza poterli trasferire sui prezzi, a causa della concorrenza extra-UE con regole ambientali meno rigide. Riteniamo necessaria – ha concluso - una profonda ricalibratura del CBAM, con una valutazione d'impatto nei settori strategici e misure di mitigazione mirate, per garantire coerenza tra sostenibilità, commercio e competitività industriale europea".
Confapi in audizione alla Camera su Pacchetto Omnibus I
07-05-2025
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CONFAPI
