Confapi, rappresentata dal Vice Presidente, Francesco Napoli, ha preso parte al tavolo Automotive presieduto dal ministro Adolfo Urso svoltosi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. All’ordine del giorno "l’aggiornamento delle politiche per l'automotive in Italia e in Europa".
Nel corso del suo intervento Napoli ha ribadito che “in Italia, per il settore auto è molto più prevalente la componentistica, filiera costituita in gran parte da Pmi che lavorano nell’indotto. Non tutte le piccole e medie industrie che rappresentiamo hanno la capacità e le risorse per diversificare in tempi brevi la propria produzione industriale, hanno quindi bisogno di essere accompagnate. Per queste ragioni – ha sottolineato - è centrale che il tema legato al futuro dell’Automotive e alla nuova mobilità sostenibile venga affrontato considerando non solo i grandi gruppi automobilistici ma soprattutto le imprese dell’indotto che rischiano se non opportunamente accompagnate di subire penalizzazioni in questo panorama di grandi trasformazioni e innovazioni”.
Secondo Confapi sull'Automotive serve un approccio di sistema da parte del Governo poiché si tratta di una questione di politica industriale. Pensare che mettendo in sicurezza Stellantis si sistemi tutta la catena produttiva vuol dire solo avere una visione parziale del problema. In Italia abbiamo storicamente una struttura di componentistiche molto legata al motore tradizionale, per cui bisogna fare in fretta ad aiutare queste aziende a riconvertirsi o a guardare ad altri settori. Aziende che oggi fanno pistoni o marmitte devono reinventarsi. Per questo si ritiene necessario che la politica degli incentivi interessi non solo i produttori di auto ma anche l’intera filiera dei fornitori che rappresenta un settore di eccellenza della piccola e media industria privata che Confapi rappresenta. Pertanto i vantaggi incamerati dalle case costruttrici con il nuovo ecobonus devono essere spesi nella nostra filiera italiana. È altresì opportuno dedicare un’attenzione particolare alla formazione e alla riconversione delle risorse umane: la politica industriale di sostegno alla riconversione della filiera dell’Automotive non può prescindere dalla valorizzazione e sviluppo delle competenze. Infine, è necessario uno sforzo promozionale della produzione automotive nazionale, mentre a livello europeo sarebbe opportuno muoversi per ribilanciare alcuni meccanismi che vedono paesi come l’Ungheria, la Polonia, la Repubblica Ceca godere di agevolazioni e di incentivi molto più intensi rispetto a quanto può fare l'Italia, in un mercato unico dove dovrebbero esserci invece regole certe e uguali per tutti.