La decisione del Governo di dichiarare l’intera Basilicata zona rossa suscita grandi perplessità non solo nei sindaci ma anche nelle piccole e medie imprese. A parere di Confapi Matera sarebbe stato meglio adottare soluzioni diverse, come per esempio chiusure circoscritte ai singoli comuni dove sono presenti focolai del virus.
Non è tollerabile, infatti, un’altra chiusura generalizzata in una regione che comunque non ha centri metropolitani, con un passaggio repentino dal giallo al rosso. Gli imprenditori finora hanno accettato ogni misura restrittiva in nome del bene supremo della salute. Tuttavia, dopo un anno le imprese sono stremate e soprattutto sconcertate dal fatto che non vengano prese misure adeguate a loro tutela, se non piccoli ristori concessi a pioggia senza alcun criterio definito.
Proprio in questi giorni Confapi Matera ha sollevato il problema del comparto del mobile imbottito, che vive il paradosso di non potere evadere i numerosi ordini a causa della carenza di materie prime e delle limitazioni internazionali alla mobilità. Fare adesso della Basilicata zona rossa significa creare ulteriori ostacoli alle attività imprenditoriali.
Ci si chiede, a questo punto, perché non sono stati chiusi prima i singoli comuni dove sono sorti focolai nelle scorse settimane, in modo da derubricare quelle aree dai criteri che poi hanno fatto scattare la zona rossa, con il rialzo dell’indice RT. 80 casi al giorno non giustificano un lockdown rispetto a un sistema in cui, per esempio, gli ospedali non sono in affanno. Si poteva prevenire tutto ciò? Chi poteva chiudere preventivamente le zone più colpite? Perché non è stato fatto?
Confapi Matera chiede dunque idonee azioni a tutela degli imprenditori, prendendo esempio dalla proposta fatta per primo in Italia dal presidente nazionale di Confapi, Maurizio Casasco, e poi mutuata da altre associazioni, di vaccinare i lavoratori in azienda. In proposito le nostre imprese danno la propria disponibilità.
Occorrono adesso misure straordinarie anche in Basilicata, come è stato fatto in altre regioni, utilizzando per esempio le risorse delle royalties del petrolio. Ci si chiede se con le royalties si possano acquistare dosi di vaccino aggiuntive. Finora il sistema imprenditoriale e socio-economico ha retto grazie alla resilienza di imprese e lavoratori e a misure tampone come la cassa integrazione, la moratoria sui prestiti bancari, il crollo dei tassi d’interesse sui debiti e la propensione forzata al risparmio in tempi di crisi. Adesso, tuttavia, interi comparti come il turismo, la ristorazione, il commercio, sono letteralmente in ginocchio, il settore del wedding è completamente fermo e gli altri sono comunque allo stremo.
Confapi Matera, in conclusione, condivide appieno l’appello lanciato da 22 sindaci lucani, che hanno proposto la delimitazione di zone rosse all’interno della regione, come accaduto altrove in Italia, perché il rialzo dell’indice RT è dovuto proprio a questi focolai del virus circoscritti.