Santantonio: intervenga lo Stato, ma anche la Regione
potrebbe fare la sua parte
Il Presidente della Sezione Trasporti e Logistica di Confapi Matera, Leonardo Santantonio, evidenzia il paradosso che vivono i due settori in Italia, tanto strategici per l’economia, quanto trascurati dalla politica e dalle istituzioni competenti.
Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti – sottolinea il Presidente Santantonio – per cui le aziende dell’autotrasporto e della logistica devono riorganizzarsi per mutare gli assetti organizzativi. Oggi i costi di produzione sono estremamente incerti e altalenanti; le catene logistiche sono soggette a frequenti interruzioni; le aziende soffrono una carenza di manodopera che dipende da molti fattori, ma che comunque deve fare i conti con lo scarso appeal presso i giovani; la digitalizzazione è ormai un asset da cui non si può prescindere nella gestione delle merci; le politiche di decarbonizzazione impongono di adeguare i mezzi circolanti e rinnovare le flotte.
Il trasporto su gomma – precisa il Presidente della Sezione Trasporti e Logistica di Confapi Matera – è ancora fondamentale nel nostro Paese, pur necessitando di essere maggiormente valorizzato per innovarsi e attrarre maggiormente i giovani. Per questo motivo rivolgiamo un appello alle istituzioni competenti perché riportino questi due settori fondamentali per la nostra economia al centro dell’attenzione e fra le priorità. L’80% del traffico Ue si svolge su gomma e prima che il trasporto su rotaia prenda il sopravvento, come chiede Bruxelles, ci vorranno alcuni decenni.
Ai problemi della carenza di autisti e del caro carburante, si aggiunge la transizione ecologica dettata dall’Unione Europea che, con la messa al bando dei motori endotermici a partire dal 2035, diventa un’emergenza che richiede il massimo dell’impegno. Il parco automezzi è per lo più vecchio e inadeguato, ma l’elettrico e l’idrogeno sono ancora un miraggio, soprattutto per le piccole imprese. Come Confapi abbiamo chiesto di poter utilizzare biocarburanti compatibili con i motori endotermici, per rendere la transizione più indolore, ma occorre anche un piano di investimenti pubblici per gli incentivi alle imprese che devono rinnovare il parco veicolare.
Lo stop ai motori endotermici dal 2035, decretato dal Parlamento Europeo, è una scelta che nel breve termine metterà in difficoltà le piccole e medie industrie italiane. Sono a rischio, infatti, oltre 2.200 aziende del comparto e 195.000 posti di lavoro. Riteniamo che la transizione ecologica non possa prescindere da una sostenibilità economica.
Per questo è necessario adottare subito una nuova politica industriale che possa far transitare chi uscirà dal mercato del lavoro dell’auto termica verso nuove frontiere. Bisogna adottare una politica energetica e industriale che si focalizzi soprattutto sulla produzione nazionale di energie rinnovabili a partire dal fotovoltaico che possa venire prodotto, rigenerato e smaltito in Italia. Altrimenti saremo costretti a rifornirci non solo delle componenti di auto elettriche in Cina e in Asia, ma anche degli elementi per la produzione della stessa energia elettrica. E questo non possiamo permettercelo.
Anche la Regione Basilicata potrebbe fare la sua parte – conclude il Presidente Leonardo Santantonio – utilizzando le royalties del petrolio per fornire aiuti alle imprese che investono nell’acquisto di mezzi green.