Gentile lavoratrice, gentile lavoratore,
nella precedente newsletter “Il salvagente” abbiamo rappresentato quale importanza riveste l’adesione alla previdenza complementare anche in periodi di crisi come quello che stiamo vivendo: essere aderenti, e nel caso di Fondapi addirittura “soci”, è un privilegio che ti consegna diritti che il tuo collega non iscritto non può far valere.
Sarà purtroppo inevitabile che alcuni lavoratori nei prossimi mesi perderanno il lavoro e di conseguenza avranno la possibilità di chiedere il riscatto totale della loro posizione di previdenza complementare. Non fatelo, non riscattate al 100%, riscattare totalmente significa perdere soldi e diritti, perché la tassazione per il riscatto è meno conveniente rispetto a quella prevista per la pensione e perché la posizione di previdenza complementare verrebbe chiusa. Rimasti senza lavoro, se proprio si dovesse avere necessità di denaro, può essere utile valutare la possibilità di chiedere il riscatto all’80% che consente al lavoratore di ricevere una significativa somma rispetto al totale maturato ed evitare di chiudere l’iscrizione alla previdenza complementare. Le somme residuate non andranno perse perché, ad esempio, potranno essere trasferite ad altra forma pensionistica quando si troverà un nuovo lavoro e non si perderà l’anzianità contributiva maturata (così non si interrompe neppure il conteggio degli otto anni per accedere all’anticipo che altrimenti si riavvia da zero ad una successiva adesione alla previdenza complementare).
E non fatevi tentare dalle sirene di slogan pubblicitari con attori e attrici simpatici o rassicuranti che promettono prestiti personali facili e apparentemente convenienti, ad esempio contratti di finanziamento con cessione del quinto dello stipendio o delegazione di pagamento. Oltre ad avere tassi di interesse spesso particolarmente elevati, anche nell’ordine del 14-15% di TAEG (in dieci anni si restituisce circa il doppio del prestito ricevuto…), è doveroso sapere che se si acquista un prodotto di questo tipo qualsiasi liquidazione del fondo pensione sarà vincolata al benestare della società finanziaria che, inoltre, avrà anche la possibilità di chiedere il riscatto della posizione di previdenza complementare al posto dell’aderente. È evidente che chi trae il maggior vantaggio economico non è certo il lavoratore…
Se la necessità di denaro è realmente così forte, verificate la possibilità di chiedere una anticipazione a Fondapi, considerando altresì che da poche settimane la soglia minima per richiedere una anticipazione è stata abbassata a 1.000 euro (invece di 2.000 euro). Le condizioni per poter richiedere l’anticipazione sono state rese meno stringenti rispetto al passato, ma il suggerimento è di “toccare” la posizione di previdenza complementare solo nei casi di reale necessità: il Fondo pensione non può essere inteso come un bancomat dal quale effettuare continui prelievi perché la finalità del risparmio pensionistico è costruire certezze economiche per il futuro. Ed è nel futuro, dopo il percorso previdenziale che si porterà a termine, che si concretizzeranno i vantaggi più tangibili della tua lungimirante iscrizione a Fondapi: tanti più soldi rispetto al tuo collega non iscritto. Si parla di questo.
Oggi più che mai è quindi necessario difendere a denti stretti sia il risparmio pensionistico sia l’adesione alla previdenza complementare, evitando di chiedere anticipazioni e, ancor peggio, una liquidazione totale (ad esempio il riscatto al 100%) che determinerebbe la chiusura della posizione di previdenza complementare vanificando tutti i diritti finora maturati.