Più di 200 imprenditori hanno partecipato al webinar organizzato in collaborazione con la Regione Veneto. L’assessore Manuela Lanzarin: «Da maggio contiamo si possa iniziare la campagna». Il presidente Manfredi Ravetto: «Solo coniugando salute e lavoro l’Italia può ripartire, le piccole e medie industrie private di Confapi sono pronte a fare la loro parte».
Vaccini in azienda, le imprese del mondo Confapi sono pronte a partire. Confapi è stata la prima Confederazione a livello nazionale a proporre la campagna vaccinale nei luoghi di lavoro: grazie alla costante mediazione con Governo e Parti Sociali si è giunti alla sottoscrizione del “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid per i dipendenti”. Per illustrarlo Confapi Veneto ha organizzato un momento di confronto con la Regione Veneto a cui hanno partecipato oltre 200 imprenditori.
«È oggi più che mai evidente che la vera chiave di volta nella lotta alla pandemia sia la massima velocizzazione nella somministrazione dei vaccini anti Covid, collaborando ad ogni livello per convincere tutti i cittadini della sua utilità e sicurezza nel garantire salute individuale e di gruppo. L’obiettivo dell’incontro è quello di non farsi trovare impreparati», ha aperto i lavori il presidente di Confapi Veneto Manfredi Ravetto. «Arrivare a mettere a punto la macchina vaccinale anche sui posti di lavoro significa velocizzare il processo nazionale di distribuzione del vaccino, ma anche garantire maggior sicurezza nelle aziende sotto il profilo della salute e al contempo dare certezze su tempi di lavorazione e consegne. E quest’ultimo punto, nella complessa situazione economica attuale, non è certo di poco conto».
L’Assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin ha ipotizzato anche i tempi operativi: «Ci avviciniamo a un momento importante, perché segna l’ingresso del mondo produttivo nella più grande campagna di vaccinazione mai approntata. Siamo pronti a partire compatibilmente con la disponibilità dei vaccini, crediamo che questo secondo trimestre sarà decisivo: da maggio dovrebbero arrivare dotazioni importanti, quelle che ci consentiranno di iniziare la campagna delle aziende. Oggi in Veneto contiamo una sessantina di punti di vaccinazione con una capacità, al massimo, di circa 50 mila vaccinazioni al giorno. Considerando i medici generali, le farmacie e le aziende che aderiranno contiamo di poter ampliare di molto la nostra potenza di fuoco».
Michele Mongillo, Direttore U.O. Prevenzione e sanità pubblica Regione Veneto, tra i padri del protocollo veneto poi adottato anche a livello nazionale, ha posto alcuni paletti: «La grande incognita è legata ai vaccini autorizzati. Quelli a cui ipotizzavamo di ricorrere perché meno complessi da utilizzare a livello logistico sono sottoposti a limitazioni, mi riferisco ai vaccini prodotti da AstraZeneca, al momento destinato ai lavoratori sopra ai sessant’anni, e Johnson&Johnson, che potrebbe sottostare agli stessi limiti. Stiamo studiando le possibili soluzioni. Altro nodo legato ai tempi: prima di procedere occorrerà aver terminato le operazioni di vaccinazioni delle categorie prioritarie».
Cristian Camisa, vicepresidente nazionale di Confapi, ha ricordato i principi che hanno guidato il lavoro della Confederazione in questi mesi di mediazione: «L’obiettivo è quello di far diventare le aziende una sorta di “bolla Covid free”, coniugando salute e attività produttive. Con le vaccinazioni le aziende potranno assicurarsi l’opportunità di garantire ai propri clienti, sia italiani sia esteri, il pieno rispetto dei tempi di consegna degli ordini, a costi certi. Abbiamo insistito perché fossero coinvolti i medici del lavoro, che conosco perfettamente l’anamnesi del lavoratore. E poi, attraverso le associazioni territoriali, ci stiamo adoperando per venire incontro alle aziende che non hanno spazi adeguati, trovandoli. Non abbiamo invece voluto che ci fosse invece la possibilità di vaccinare i parenti dei dipendenti: si metterebbe a rischio quella stessa sicurezza interna raggiunta seguendo le rigide regole del protocollo».
L’incontro è stato moderato dal direttore di Confapi Venezia Nicola Zanon e ha contato anche sugli interventi dei presidenti delle Associazioni territoriali: Carlo Valerio per Confapi Padova, Federica Polloni per Confapi Treviso, Marco Zecchinel per Confapi Venezia e William Beozzo per Confapi Vicenza e Pedemontana. Monia Moresco, tecnico Confapi Venezia, ha illustrato nello specifico i contenuti dei protocolli, mentre il direttore di Confapi Padova Davide D’Onofrio ha presentato il form online - presente sul sito di Confapi Veneto - che consentirà alle aziende che ancora non si fossero attivate di fornire la propria manifestazione di interesse. Qui il link diretto: Manifestazioni d’interesse - compila il form on line.
A livello tecnico, è doveroso ricordare che possono aderire alla campagna aziende di qualsiasi dimensione. Ai fini dell’istituzione dei punti vaccinali territoriali e della realizzazione della campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, l’Inail ha stabilito che costituiscono presupposti imprescindibili: la disponibilità di vaccini; la disponibilità dell’azienda; la presenza / disponibilità del medico competente o di personale sanitario che segua l’iter; la sussistenza delle condizioni di sicurezza per la somministrazione di vaccini; l’adesione volontaria ed informata da parte delle lavoratrici e dei lavoratori; la tutela della privacy e la prevenzione di ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nel corso del webinar è stato inoltre presentato il “Protocollo di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid negli ambienti di lavoro”, del 6 aprile 2021, che aggiorna gli accordi sulla salute e sicurezza tenendo conto di quelli del 14 marzo e 24 aprile 2020.
Nella foto Manfredi Ravetto