Salone del Mobile di Milano: scarse le aspettative degli imprenditori locali

Salone del Mobile di Milano: scarse le aspettative degli imprenditori locali

Colacicco: sui dazi il Governo intervenga subito

Il Salone del Mobile apre nuovamente le sue porte. Dall’8 al 13 aprile, presso la Fiera Milano Rho, si svolge la 63° edizione dell'evento, con oltre 2.100 espositori provenienti da 37 Paesi.

“Questo percorso – dichiara il Presidente della Sezione Unital Legno-Arredamento di Confapi Matera, Luca Colacicco - mira a soddisfare le nuove esigenze del mercato dell'arredamento e le aspettative di una comunità internazionale di progettisti e designer. Aziende aderenti a Confapi Matera, come Rossini e Keoma Italia, parteciperanno con spirito propositivo sperando che il Salone possa attrarre operatori e clienti dall’estero. Le nostre aziende sono presenti con propri stand a Milano per presentare i prodotti dei loro nuovi cataloghi e sperano di concludere buoni contratti con clienti asiatici, europei, mediorientali, americani”.

“Quest’anno, tuttavia – prosegue il Presidente Colacicco – la fiera è meno attrattiva che in passato. La nota stonata, infatti, sta nel fatto che molti grandi marchi del mobile imbottito non partecipano alla fiera ma sono presenti con propri showroom solo al Milano Design Week, cioè alle manifestazioni del Fuori Salone, in un clima meno caotico e più rilassante. Questo è un elemento di preoccupazione – sostiene Luca Colacicco – perché comporta una riduzione dei visitatori, come dimostra il calo dell’affluenza degli ultimi anni. In pratica si lavora nei primi due giorni e poi si va calando, fino al deserto totale del fine settimana”.

“Molti clienti asiatici non visitano più il Salone del Mobile di Milano a causa dei costi troppo elevati per il viaggio e il soggiorno nel capoluogo lombardo durante il periodo del Salone. Non vorremo che accadesse come a Colonia, dove l’edizione 2025 della fiera del mobile è stata cancellata. Forse bisognerebbe ridurre la durata dell’evento oppure renderlo biennale, considerato che per le imprese l’investimento è enorme e il ritorno scarso. I produttori preferiscono kermesse come Guangzhou, Birmingham o High Point, fiera quest’ultima che seguirà quella di Milano”.

Giuliana Mongelli, Vicepresidente della Sezione Unital Legno-Arredamento di Confapi Matera, sottolinea che “le tensioni internazionali legate alle note vicende geopolitiche hanno già sottratto mercati come Russia, Israele, Libano, e complicato il commercio col Sud Est asiatico. A causa delle difficoltà di transito del Canale di Suez e del Mar Rosso, infatti, da quasi un anno e mezzo le merci dirette verso l’Asia devono compiere un percorso molto più lungo per giungere a destinazione, con danni enormi per le nostre aziende. E anche le materie prime in arrivo dall’Asia arrivano con molto ritardo e con costi di trasporto triplicati”.

“A causa dei dazi americani, inoltre – continua la Vicepresidente Mongelli – le merci ordinate, per esempio, a gennaio, quindi col listino prezzi di alcuni mesi fa, e che hanno raggiunto adesso i porti di partenza per gli Usa, si vedono oggi applicare un aumento del 20%, con un duro colpo per i clienti e per le imprese. Per fortuna i prodotti di alta gamma avranno un impatto limitato, ma i produttori di fascia medio-bassa saranno letteralmente distrutti”.

“Quello che noi chiediamo al Governo nazionale – conclude il Presidente Colacicco – è di convocare subito un tavolo di discussione per assumere decisioni rapide, come ha fatto la Spagna, in modo da aiutare le imprese consentendoci di lasciare i listini invariati. Quanto costerebbe allo Stato se le aziende chiudessero o licenziassero, in termini di cassa integrazione, tasse non versate, inflazione e disoccupazione? Meglio dunque dare alle imprese la chance di giocarsi le proprie carte senza licenziare i dipendenti”.