Problemi nel settore del packaging e laminazione. A lanciare l'allarme i vicepresidenti Anna Paola Cavanna e Vincenzo Cerciello
L'aumento delle materie prime rischia di fermare il settore del packaging e non solo. A lanciare l’allarme sono i vicepresidenti di Confapi Industria Piacenza Vincenzo Cerciello e Anna Paola Cavanna, segnalando “il vertiginoso aumento del prezzo delle materie prime che si sta registrando in molti settori”.
“Nel nostro caso specifico si tratta di adesivi, inchiostri, solventi e i motivi non li sappiamo - spiega Cavanna - probabilmente sono speculativi oppure dovuti alla crescente domanda. Molti Paesi sono ripartiti con le attività più in fretta del previsto e il risultato è che le materie prime scarseggiano”.
Ma la questione è anche un’altra e Cavanna non la tace: “Oltre a essere un problema economico e finanziario c’è molta tensione sugli approvvigionamenti - spiega - il rischio infatti è di dover fermare la produzione del packaging alimentare e farmaceutico con gravi conseguenze sulla capacità di rifornire la grande distribuzione e quindi di non riuscire a garantire la presenza di alcuni prodotti sugli scaffali delle attività. E questo avviene proprio ora che è stato rivalutato il ruolo positivo degli imballaggi che consentono la sicurezza dell’alimento o del farmaco, oltre alla possibilità di trasportare, stoccare e conservare i prodotti a vantaggio del consumatore. Bloccare le filiere sarebbe davvero un grande pericolo sociale perché significherebbe bloccare le forniture. Su questo tema si stanno muovendo molte associazioni di categoria per “denunciare” la situazione fuori controllo: il nostro è un settore che ha sempre dato occupazione anche in questo anno, non ci siamo fermati con la pandemia, sarebbe un paradosso doversi fermare adesso”.
A farle eco è anche Vincenzo Cerciello: “Ai prezzi che sono cresciuti enormemente negli ultimi due mesi, si sta aggiungendo anche una carenza del materiale - spiega il vicepresidente di Confapi Industria Piacenza - si fa proprio fatica a riceverli e questo rischia di portare al blocco delle linee di montaggio. Va considerato infatti che molta componentistica commerciale usata nelle nostre macchine è in plastica: la mancanza dei polimeri per produrre la plastica sta avendo un impatto su tutti quei componenti in plastica che normalmente vengono usati. Personalmente spero si tratti di una situazione transitoria, ma il vero problema è che manca una politica industriale che possa farsi valere e portare sotto i riflettori questo problema”.