Caro acciaio, allarme Unionmeccanica “Situazione fuori controllo, problemi per le imprese”

Caro acciaio, allarme Unionmeccanica “Situazione fuori controllo, problemi per le imprese”

La denuncia di Confapi e Unionmeccanica Piacenza: per le nostre aziende una perdita competitiva. «Rincari del 30-40 per cento»

Ripresa ad ostacoli per le imprese piacentine (ma il tema è nazionale): il prezzo dell’acciaio inox e al Carbonio è balzato alle stelle e si tratta di una materia prima estremamente importante per le produzioni locali.

Confapi ha già presentato una denuncia all’Autorità garante del mercato e a Piacenza fa eco la voce di Giuseppe Ballotta, presidente provinciale di Unionmeccanica, che lancia a sua volta l’allarme «per l’aumento vertiginoso dei prezzi dei prodotti siderurgici che crea non pochi problemi alle piccole e medie imprese». Un problema per altro trasversale alle produzioni che ricade su centinaia di nostre aziende.

Ballotta parla di una svolta inaspettata, da novembre in poi infatti la situazione è finita fuori controllo, con aumenti del 30-40 per cento e rincarichesonoarrivatiasfiorarepuntedel50-60percento. Difficile sbrogliare il gomitolo delle cause. Gli aumenti non erano attesi, né dettati da una situazione economica che potesse sostenerli. Ad ogni buon conto le imprese si trovano ora nella morsa di avere da un lato i rincari e dall’altro la difficoltà di gestirli con i clienti, specie dove i contratti sono già chiusi. I fornitori per giustificare i rincari parlano di una carenza di materia prima - riferisce Ballotta-ma di fatto sono state alcune acciaierie che «trovandosi in una situazione di oligopolio, si sentono libere di applicare unilateralmente degli aumenti». E si finisce con contratti sottoscritti ma poi modificati.
«Li abbiamo subiti e questo si concretizza in una perdita dal punto di vista competitivo».


Le soluzioni non sono facili e peraltro si prospettano ulteriori aumenti da qui a giugno «questo certo non aiuterà la ripresa, ci creerà altre difficoltà sui mercati esteri» conclude Ballotta. Un passo possibile sarebbe riaprire il libero mercato verso i Paesi extra-Ue per avere dei prezzi calmierati e competitivi «con l’auspicio che il provvedimento di salvaguardia Ue all’Import, in scadenza al 30 giugno non sia più rinnovato, evitando estensioni in futuro». Anche una grossa impresa come Nordmeccanica avverte il problema che riguarda i rincari di un po’ tutte le materie prime: «Questo sta colpendo in modo forte i costruttori» conferma Vincenzo Cerciello. Le ragioni? Con ogni probabilità speculazioni di mercato, con la Cina che sta assorbendo molta materia prima: «perché hanno messo in atto un piano enorme per le infrastrutture e non usano solo il loro acciaio, ma ne acquistano in Europa». In Nordmeccanica la questione è sentita: «per le nostre macchine non si possono usare materiali alternativi che comunque richiederebbero ulteriori anni di sviluppo». E quindi si deve fare magazzino. Le consegne corrono il rischio di rallentare. «Per come siamo organizzati con i fornitori ora andiamo avanti, le aziende strutturate hanno vantaggi ma se sei piccolo soffri di più».

 

E certo non aiuta la previsione che questa situazione si proietti sui prossimi sei o sette mesi, nel caso il caro acciaio diventerebbe un problema davvero pesante.