Confapi, rappresentata dal Presidente Cristian Camisa, ha partecipato al tavolo Stellantis presieduto al Mimit dal Ministro Urso, alla presenza dei Ministri Calderone e Giorgetti. In quella sede ha ribadito la preoccupazione per la sorte delle aziende - e dei relativi 25mila posti di lavoro - che operano nel settore dell’indotto diretto a cui si aggiungono numeri ancora più importanti che riguardano il comparto dell’indotto indiretto. “Siamo pienamente consapevoli - ha affermato Camisa - che si tratta di una crisi strutturale che però sta interessando particolarmente Stellantis. Infatti in Europa Stellantis utilizza nei suoi stabilimenti una capacità produttiva pari al 64% in Europa e al 52% negli Stati Uniti a fronte di una media che supera l’80% degli altri maggiori competitor. Apprezziamo comunque il cambio di passo con una nuova apertura al dialogo anche verso il mondo produttivo che Confapi rappresenta così come l’impegno del Ministro Urso a difesa dell’indotto nella giusta convinzione che la politica industriale del nostro Paese debba considerare come centrale la filiera del settore”.
Confapi ha ribadito la necessità di garantire che una percentuale dell’acquisto di componentistica sia destinata a fornitori nazionali, riservando una quota parte alle piccole e medie industrie; che siano rispettati i tempi di pagamento contrattuali, poiché le nostre Pmi non possono più far da banca alle grandi multinazionali. E ancora è necessaria una moratoria sugli interessi per investimenti nonché la richiesta, già fatta pervenire alla Ministra Calderone, per rivedere la Cig per le imprese dell’indotto, estendendo la sua durata massima a 104 settimane nel triennio, rispetto alle attuali 52 nel biennio.
"Una vittoria di Confapi – spiega Camisa -l'istanza accolta da Stellantis in merito al rispetto dei termini di pagamento contrattuali. L'ingegner Imparato ha detto che questo è un problema che vuole risolvere e verificare con il suo ufficio acquisti perché è una questione di responsabilità sociale. Il mancato rispetto dei termini di pagamento sta creando gravi difficoltà finanziarie per le imprese, soprattutto per le Pmi industriali della filiera automotive. Nonostante termini contrattuali definiti, i ritardi effettivi compromettono la liquidità, limitano la capacità di investimento e generano stress economico in un settore già provato dalla crisi. Il rispetto dei tempi di pagamento è una componente fondamentale per la sostenibilità economica della filiera automotive e deve essere valorizzato come elemento integrante dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance)".
Positivo il giudizio di Confapi sui contratti di sviluppo con una soglia a 2milioni di euro, invece degli attuali 20 milioni, perché si ritiene possano svolgere un ruolo di volano. Trattandosi però di crisi strutturale, vanno parimenti affrontati alcuni temi cruciali che minano la competitività delle imprese. Prima fra tutti quello dei costi energetici. Il sistema produttivo che Confapi rappresenta deve essere supportato nel colmare un gap che vede le Pmi italiane pagare l’energia il 40/50% in più a confronto dei competitor europei. Occorre quindi varare una chiara politica industriale che permetta alle aziende nazionali di giocare ad armi pari in Europa.
In questa logica, Camisa ha ribadito il pieno supporto al Non Paper sull’automotive presentato dal Ministro Urso e dal Governo al termine della riunione del Consiglio Competitività a Bruxelles a fine novembre. Un sostegno non solo formale ma esplicitato nel documento firmato da Confapi insieme alle maggiori Organizzazioni delle Pmi europee (Germania, Francia, Austria, Repubblica Ceca, European Entrepreneurs) indica importanti priorità comuni ed evidenzia come si possa lavorare insieme per il varo di politiche e azioni che portino alla neutralità tecnologica lasciando al mercato la scelta delle tecnologie più favorevoli.
Confapi al tavolo Stellantis a protezione filiera automotive
18-12-2024