Confapi Trasporti a Bruxelles su costi autotrasporto

Confapi Trasporti a Bruxelles su costi autotrasporto

L'associazione che raccoglie le piccole e medie imprese di spedizione prosegue nella sua campagna sui problemi del settore e, in particolare, contro l'adozione dei costi minimi dell'autotrasporto. L'azione più recente è avvenuta il 31 maggio scorso a Bruxelles, dove il presidente Riccardo Fuochi ha incontrato alcuni europarlamentari italiani.

A Bruxelles, Fuochi ha incontrato il vicepresidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, l'onorevole Patrizia Toia, l'onorevole Antonio Cancian ed il vice presidente della Commissione, Antonio Tajani. Una nota dell'associazione spiega che "L'incontro con gli europarlamentari italiani ha permesso al presidente di Confapi Trasporti d'illustrare quelle diversità, purtroppo tutte in negativo, che penalizzano le aziende italiane, soprattutto le PMI per la troppa burocrazia che, a livello di Governo nazionale, si continua a sfornare anziché dedicarsi alle semplificazioni". In particolare, l'associazione degli spedizionieri torna sulla questione delle tariffe dell'autotrasporto "imposte dall'alto, differenziando l'Italia dagli altri Paesi europei".

A tale proposito, Confapi Trasporti pone una domanda operativa: chi controlla se chi usufruisce delle tariffe minime su una tratta non addebiti molto di più sul ritorno? "Tutti i traffici sono normalmente sbilanciati e lo vediamo anche nelle altre modalità di trasporto per cui una nave eastbound fa pagare molto di più che westbound, oppure un trasporto aereo da Milano su Hong Kong costa 10 centesimi al chilo contro i 3 dollari (sempre al chilo) che si pagano da Hong Kong a Milano", spiega il comunicato. "Dunque, è la rotazione completa quella che genera profitto. È mai possibile che nessuno capisca almeno queste cose così elementari? E poi i trasportatori non sono solo i padroncini. Tra le prime aziende italiane della logistica ci sono ormai alcune delle più grosse aziende di trasporto". L'associazione ribadisce la volontà di ricorrere all'Unione Europea contro questo provvedimento: "Se, come pare, da Roma i segnali indicano una volontà impositiva fatta di lacci, lacciuoli e tariffe che va contro il mercato liberista, non ci resta che sperare in un intervento da chi sta ancora più in alto, ossia il parlamento Europeo, per ottenere un riequilibrio del sistema e dei poteri".

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